Ci soccorre, talora arcaica, la buona memoria. E dal nostro guscio dell’altro mondo allora ricordiamo come lo straordinario Rik Van Looy scomparso a 90 anni ed oltre, il grande ciclista belga patronimico della nostra infanzia, e mai vincitore però di un Giro d’Italia, nel 1967 abbandono’ proprio a Napoli il suo ultimo Giro d’Italia. In maglia ‘Cynar’, quasi un elisir per dissuadere il logorio del ciclismo moderno a venire, Rik Van Looy da Napoli salutò la gara, allo stremo di carriera, di soppiatto: prese l’ aereo per rientrare a Bruxelles, ritiro alla 5a tappa, e non il traghetto che portava la carovana della corsa che imbarcava invece per raggiungere la Sicilia e Palermo.
Ma incredibile, l’anno successivo proprio il suo connazionale e più che erede Eddy Merckx, giusto al traguardo finale di Napoli, avrebbe invece conquistato il suo primo Giro d’ Italia: ed il primo in assoluto di un corridore belga.
Stagioni fiamminghe e letterarie così curiosamente invertite, e fa bene al cuore, almeno al nostro, e alla Napoli gentile ricordarne il sottile incanto. E quella sua narrativa fatalità, in cerca di autore.