«Sono molto favorevole ad un velodromo nuovo, un impianto coperto, sicuro che possa far svolgere attività soprattutto ai giovani. Magari meno avveniristico, così servirebbero meno risorse e, di conseguenza, sarebbe più facile reperirle».
Così Marco Villa, due volte campione del mondo da atleta, un bronzo olimpico, a Sydney 2000, l'attuale commissario tecnico delle nazionali italiane di ciclismo su pista maschile e femminile che ha portato alla vittoria in numerose occasioni, il più medagliato di tutti i tempi. Villa “benedice” il velodromo che potrebbe essere realizzato a Capannori, su terreni di Ivano Fanini e non solo (tra l’altro l’esordio nei professionisti di Villa avvenne proprio con Amore & Vita).
Villa è la massima autorità possibile per parlare dell’idea del suo ex presidente, Ivano Fanini, per il quale Villa ha vinto uno dei 12 titoli iridati collezionati dalle squadre di Fanini. Il CT porta nel dibattito sul velodromo, una nuova filosofia: «Tra cominciare a seguire un progetto da 25 milioni di euro, futuribile ma di difficile attuazione, magari poi abbandonarlo e, invece, pensare ad un sito senza dubbio moderno, coperto, efficiente, ma meno avveniristico, scelgo questa seconda soluzione. La proposta di Fanini è da sposare in pieno, per due motivi. Il primo è quello di far intraprendere ai ragazzini il ciclismo in un luogo sicuro, lontano dai pericoli delle strade, dove si verificano molti incidenti. Fare pista non significa precludersi la carriera su strada. Il secondo motivo è che in Italia abbiamo soltanto la struttura di Montichiari. Se venisse fatta anche in Lucchesia rappresenterebbe una manna per tutto il Centro Italia».