Se fosse alpinismo, non la sfilata dei re delle pareti, ma la gita dei plebei dei marciapiedi. Se fosse rugby, non il palcoscenico del Sei Nazioni, ma la strada dei cinque continenti. Se fosse automobilismo, non l’esposizione delle Formula 1, ma il raduno delle utilitarie.
Torna, a grande richiesta sentimentale, il Festival del ciclista lento. Chi va piano, sperando che vada sano ma poi non così lontano, altrimenti chi se la sentirebbe di andarlo a riprendere? Chi va cauto e prudente, perché le energie da tempo si sono spente. Chi si affida soltanto alla bicicletta, perché non ha fretta ed è in bolletta. Chi non sa fare altro che pedalare, perché non ha una barca da remare. O una canoa da pagaiare. O una moto da guidare.
A Ferrara, dentro e fuori la città. Da venerdì 25 a domenica 27 ottobre, sperando che almeno il tempo, se non la corte, sia clemente. Con Guido Foddis, poderoso chitarrista e pedalatore, giornalista, scrittore, intrattenitore, organizzatore, conduttore radiofonico e ciclistico, e una banda sbandata ma consolidata nel tempo e nello spirito, quello di prendersi sul serio non prendendosi mai sul serio (nulla a che vedere con il Serio fiume bergamasco).
Quello del ciclista lento è un festival controcorrente: ispirandosi alle storie delle lanterne rosse e delle maglie nere, qui si premia l’ultimo. E’ un festival controllato: vanta già diversi tentativi di imitazione, sottrazione e usurpazione. E’ un festival controindicato: per tutti quelli che preferiscono una barretta proteica al pane e mortadella, che scelgono una bevanda isotonica invece di una caraffa di Lambrusco, che si aspettano una raffinata musica rap e non il ruspante rock della Repubblica delle biciclette (è la band sbandata di Foddis).
Si premiano gli ultimi, ma al Festival del ciclista lento c’è sempre un gran primo (oltre ai tortelli e ai cappelletti). Un anno fa era Gianni Bugno, stavolta sono addirittura due: Silvio Martinello, olimpionico su pista e candidato alla presidenza della Federciclo, e Luca Mazzone, plurimedagliata leggenda del paraciclismo. E fra gli ospiti, tutti ferventi credenti nella lentezza, Lorenzo Sacchetto, dell’associazione Pedalando-Movimento di resistenza al Parkinson, che sulla bici non si rassegna, Morena Tartagni, la prima italiana a conquistare una medaglia ai Mondiali su strada, convertita a ritmi più blandi e riflessivi, come ha confessato nel suo libro “Volevo fare la corridora” (Ediciclo), i giornalisti e scrittori Lorenzo Franzetti e Davide Mazzocco, nonché il fuoriclasse del ciclotappo Tiziano Bordoni proclamatosi “lental coach”.
Per saperne di più: il programma completo su https://www.ciclistalento.it/il-programma/; per iscriversi agli eventi su https://www.ciclistalento.it/acquista-biglietti/ e su Eventbrite: https://www.eventbrite.it/cc/festival-del-ciclista-lento-2024-ferrara-3660009.