Non è finito mica male, Thomas De Gendt, oggi. Ma, fermo restando la complicità estiva da 'Unaaa giornataaaa al maareee', - diritti di autore all' Equipe 84 ed a Giorgio Conte -, che va tributata a quel suo team che si chiama Vacansoleil, è stimolante il parallelo con Franky De Gendt, un altro fiammingo che correva ai tempi miei, anni '80: voglio dire, per un diritto di autoreferenzialità, quando mi sentivo il sentimental manager della 'TI-Raleigh' di Karstens, Raas e Kuiper...
Bene, anche quell' altro De Gendt il suo primo applauso, e da giovanissimo, ancora dilettante, lo avrebbe raccolto in Italia e nella stessa Lombardia. Secondo, 1974, alla Settimana Internazionale Bergamasca. All' esordio di una carriera che sarebbe rimasta, in verità, solamente bionda. Fra la speranza stinta di una Etoile de Besseges ed il puntuale tramonto al Tour de France
Ma io ho - come voi - il settimo senso che questo De Gendt di oggi, anche se è finito solo terzo al Giro 2012, sarà presto un primo. In specie con un direttore sportivo, Van Poppel, di nome Jean Paul...