Wout van Aert è tornato a parlare alla stampa e lo ha fatto nella sede del suo sponsor personale Ethias. Il belga, che la scorsa settimana ha compiuto 30 anni, anche se è apparso sorridente, è ancora sofferente a causa dell’incidente alla Vuelta e cammina utilizzando le stampelle. Il recupero sta procedendo, ma servirà ancora del tempo per rivederlo in sella alla sua bici e forse, lo ritroveremo il prossimo inverno in alcune gare di ciclocross. Tante sono le novità nella vita del fiammingo e, oltre a un contratto fino al termine della sua carriera con la Visma-Lease a Bike, c’è anche una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. «Oggi ho potuto fare qualche passo senza il tutore – ha detto Van Aert indicando il ginocchio - Quello di destra è molto più grosso, ma adesso posso indossare di nuovo i jeans».
«Dopo la caduta le notizie erano inizialmente positive perché non erano state riscontrate fratture, ma la ferita era profonda e necessitava, oltre che di sutura, anche di medicazioni e antibiotici e per questo sono rimasto qualche giorno in più in Spagna e questo mi ha causato molta frustrazione».
Rientrato in Belgio, van Aert si è sottoposto ad ulteriori esami, in particolare per valutare eventuali danni delle articolazioni del ginocchio e stabilire la corretta terapia e la riabilitazione.
«In Belgio con il dottor Steven Claes abbiamo visto che c'era una contusione, una sorta di ammaccatura nell'articolazione del ginocchio. Ecco perché sentivo un dolore così forte ed era difficile stare in piedi. Per dieci giorni non ho potuto fare nulla, sono rimasto sdraiato sul divano e avevo bisogno di essere aiutato costantemente e poi ho avuto anche un'influenza intestinale e la settimana scorsa è stata probabilmente la più triste della mia vita».
La riabilitazione intanto procede e forse Van Aert potrebbe partecipare a qualche gara di ciclocross prima della fine dell’anno.
«Venerdì scorso mi hanno tolto i punti dalla ferita e da allora ho potuto lavorare nuovamente sulla mobilità dal fisioterapista. Le cose stanno andando avanti, ma secondo me non abbastanza velocemente. In ogni caso non c’è nessun problema strutturale. La rotula, la cartilagine e i legamenti non sono stati colpiti. Spero di tornare presto a correre, ma tutto dipende da un’ulteriore riabilitazione. Quando ti fermi per dieci giorni, tutti i muscoli della gamba scompaiono contemporaneamente. Non abbiamo un piano preciso, ma se riuscissi ad allenarmi prima del previsto, allora si potrebbe pensare ad alcuni ciclocross».
Intanto è stata diffusa la notizia del contratto che legherà Van Aert al suo attuale team fino alla fine della sua carriera. Un fatto insolito, che non ha nulla a che vedere con questioni economiche o risultati sportivi.
«In questo modo non avrò mai più lo stress di 'come sarà il mio futuro' ma la mia remunerazione in realtà non dipende dalla mia prestazione. Non ho bisogno di quel tipo di pressione per dare il meglio di me. Quando corro sono sempre estremamente motivato e in squadra oltre ad essere un leader sono anche un aiuto per gli altri corridori. Per quanto riguarda la Red Bull-BORA-hansgrohe, posso dire che erano solamente chiacchiere».
Tra le novità che riguardano Van Aert, c’è anche una campagna sulla sicurezza stradale dedicata ai giovani e una campagna appositamente studiata con il suo sponsor Ethias, di cui sarà il testimonial.
«Affronto i pericoli del traffico ogni giorno durante l'allenamento e un secondo motivo importante sono i miei figli che mi fanno guardare il mondo in modo diverso. Inizialmente la campagna si concentra sui giovani e sull'uso del cellulare in bicicletta, ma anche mio figlio Georges va in bicicletta e noi poniamo l'accento anche sulla sicurezza dei più piccoli. Gli ripetiamo che devono pedalare sempre alla nostra destra, che devono attraversare sulle strisce pedonali. Io indosso sempre il casco, anche quando sono sulla mia city bike. Voglio essere un buon esempio per i miei figli».