Il Belgio in questo momento è la nazione che domina il ciclismo mondiale e lo ha dimostrato anche oggi, con il titolo di Campione Europeo vinto da Tim Merlier. Il corridore della Soudal-Quick Step è anche il primo belga di sempre ad aver conquistato questo titolo. Dopo i due ori olimpici conquistati con Evenepoel, il Belgio puntava al titolo perché si correva nel Limburgo, ha puntato su Philipsen e Merlier e ancora una volta ha vinto
«Ancora non riesco a credere a quello che è successo: le ultime settimane per me non sono state facili e non credevo di arrivare a questa vittoria». Incredulo, Merlier ha vissuto momenti di tensione durante la corsa, prima con problemi alla catena e poi nel finale era rimasto un po’ chiuso.
«Sono caduto nelle ultime settimane e mentalmente ho accusato questo colpo ed ero molto frustrato. Ho pensato di chiamare il mio mental coach durante questa settimana, ma non l'ho fatto. Lunedì mi sono allenato da solo per 4 ore con la musica nelle orecchie e in questo modo mi sono ricaricato mentalmente per questo Europeo».
Ad attendere il belga c’erano la moglie con il figlio ed è a loro che Merlier ha voluto dedicare la vittoria, perché lo hanno sostenuto durante queste settimane non facili.
«Lo sprint è stato frenetico. La mia catena si è staccata a 300 metri dall'arrivo, ho cercato di mantenere la calma e per fortuna la catena è tornata apposto e ho potuto partecipare allo sprint. Sono stato bravo e sono uscito nel momento giusto. È quasi un sogno quello che sto vivendo in questo momento, ma penso che solo più avanti mi renderò conto veramente di quello che è accaduto».
La vittoria per Merlier ha un valoro importante, non solo per il titolo vinto, ma perché nei giorni scorsi, in molti avevano criticato le scelte fatte dal commissario tecnico Vanthourenhout di schierare insieme Philipsen e Merlier.
«Nelle ultime settimane ho sentito molte cose a destra e a sinistra che mi hanno molto infastidito. Ma questo mi ha solo reso più forte e l’ho ampliamente dimostrato in corsa. Sono venuto per soddisfare la fiducia che il nostro tecnico ha riposto in me. Non è stato facile, ma alla fine i pezzi del puzzle sono andati tutti al loro posto e la vittoria è stata la mia».