Eddie DUNBAR. 10 e lode. Cambia una vocale, ma oggi l’Eddie fa davvero un grande numero, da numero uno. E lo fa nella tappa regina della Vuelta, scattando in faccia ai migliori e resistendo a tutti, perché questa tappa a tutti interessava. Vince davanti al gran patron Gerry Ryan (nella foto), il signor Jayco e tantissime altre cose. È un magnate del ciclismo, uno dei grandi appassionati e investitori: oggi potremmo dire un romantico. Ha anche società mondiali che producono spettacolo e quello di oggi è stato spettacolo puro. Eddie non sarà quello là, e non potrà mai essere nemmeno Tadej, Jonas, Remco o Primoz, ma ogni tanto, con un po’ di coraggio, i sogni non solo si possono inseguire e realizzare, ma possono essere davvero uno spettacolo. Un grande spettacolo dopo big…
Enric MAS. 8. Alla fine è apprezzabile solo per il fatto che sa perfettamente che se le cose andranno nel modo migliore sarà secondo. Non è chiaramente il modo migliore per incominciare una corsa, ma Enric è un gran bell’atleta, che sa perfettamente che la cosa che più conta è dare tutto quello che si ha e lui lo da sempre.
Primoz ROGLIC. 9. Se l’avessero portato sotto a Dunbar statene pur certi che avrebbe vinto, ma visto che ciò non è avvenuto, ha controllato da grande campione qual è.
Richard CARAPAZ. 7. Non è in una condizione super, eppure lotta come un leone sempre.
Urko BERRADE. 7. Ha 26 anni questo ragazzo della Kern, altro elemento nuovo di questa Vuelta. Non è un ragazzino, ma come si dice: ognuno ha i propri tempi di maturazione.
Ben O’CONNOR. 8. Gladiatorio. Prende ceffoni ad ogni piè sospinto, alcuni li schiva, quando può li da. Oggi si difende alla grandissima. Speriamo che difenda il podio, se lo meriterebbe tutto.
David GAUDU. 5,5. È dato sempre in grande condizione, con una gamba esplosiva, pronto a fare la differenza, poi quando la deve fare rimbalza. Più che David è Golia.
Mikel LANDA. 5,5. Attacca nel punto in cui la strada gira e cambia il vento. Già è dura la montagna, ma la montagna invisibile fa male male male. E lui fa male a scattare lì.
Florian LIPOWITZ. 8. Prima sbriga le faccende di casa, poi prova a metterci la testa anche sulla maglia bianca, ma Skjelmose è troppo lontano.
Mattias SKJELMOSE. 7. Deve usare tanto le gambe ma anche tanta testa e alla fine il risultato è più che buono: non solo cuore.
Pavel SIVAKOV. 7. Il francese fa una bellissima azione nel finale che meriterebbe maggiori fortune, ma come detto, la tappa era appetibile a troppi.
Carlos RODRIGUEZ. 5. Giornata da dimenticare per questo ragazzo che nelle intenzioni della Ineos avrebbe dovuto fare la corsa, invece dalla corsa esce quasi subito. Perde tre posizioni in un colpo. Ora è 10°.
Jay VINE. 7. Si agita poco, ma raccoglie punti. Marc Soler, uomo generoso e imprevedibile, alla fine perde la maglia a pois per due punti.
Dani MARTINEZ. 17. Il 28enne colombiano si stacca subito, per un malessere evidente. Non stanno bene anche Patrick Gamper, Niko Denz che si ritirerà e Aleksandr Vlasov. Si parla di intossicazione alimentare. Una bella mazzata per il team di Roglic. Un finale da… brividi.
Marco FRIGO. 6. Partono in dieci e fanno la corsa, fin che possono, fin che ce n’è. Con il corridore della Israel Premier Tech ci sono Jay Vine (UAE Team Emirates), Marc Soler (UAE Team Emirates), Clément Berthet (Decathlon AG2R La Mondiale), Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), Carlos Canal (Movistar) Jack Haig (Bahrain Victorious) Thomas Champion (Cofidis), Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team) e Pablo Castrillo (Kern Pharma). Con tutta la salita che c’è oggi ai dieci viene ben presto il mal di testa, soprattutto per un Marc Soler incontrollabile.