La bicicletta è la sua vita, la bicicletta ha contribuito a farla "tornare alla vita" e tramite la bicicletta lancia un aiuto concreto a chi la vita gliel'ha salvata e a chi sta passando ciò che ha passato lei. La storia di oggi, con annesso invito per domani, è quella di una 51enne valtellinese tesserata per il team Dator ISB: Sarah Palfrader, che nella sua Bormio domattina, anzi nella notte tra oggi e domani, sarà capofila dell'iniziativa Stelvio X 6 = 8848 metri per la Vita. Un Everesting, ossia una pedalata per più volte (in questo caso 6) su una salita (in questo caso lo Stelvio) per raggiungere un dislivello equivalente all'altezza del monte Everest. Il ricavato sarà devoluto all'associazione Giuliana Cerretti per l’oncologia, che a sua volta devolverà al reparto di Medicina Nucleare e Radioterapia di Sondrio diretto dal dottor Claudio Barbonetti.
Professione parrucchiera, per hobby e attitudine cicloamatrice e runner. Tante sveglie prima del canto del gallo per allenarsi prima di lavorare, tanta passione messa su quei pedali e su quelle scarpe da corsa. Vent'anni fa il titolo mondiale amatori vinto in Canton Ticino, sotto la sapiente guida di Attilio Romani. Alternanza di strada e mountain bike (che prosegue tutt'ora, due settimane fa ha corso l'Alta Valtellina Bike Marathon) che si è tradotta pure nella corsa in montagna quando la bici l'ha temporaneamente un po' stufata: allenata da un altro bormino d'eccellenza come il pluricampione Marco De Gasperi, l'emozione di vestire la maglia azzurra ai Mondiali di specialità nel 2018 in Portogallo.
Nel 2020, però, mentre il mondo conosceva il dramma del coronavirus, Sarah conosceva un altro dramma, comune purtroppo a molte donne: un cancro al seno, maligno. Inizia un percorso fatto di due interventi e tanta radioterapia. Proprio presso l'eccellenza ospedaliera di Sondrio di cui sopra, seguita proprio dal dottor Barbonetti di cui sopra. «Un uomo fantastico» lo definisce Sarah con la piena sintesi di chi non ha bisogno di tanti giri di parole per esprimere certi concetti ed emozioni. «Un uomo stragentile» è invece Christian Martinelli, ex azzurro del biathlon che da quei mesi difficili ha iniziato a farle da preparatore.
Definizioni a parte, questo è il bel racconto di Sarah su quanto successo negli ultimi dieci mesi: «Dopo un triennio di rinunce sia sportive che lavorative, a novembre scorso sono finalmente guarita. Sono ancora in terapia, è vero, ma sono potuta tornare a una vita normale. Per "festeggiare" ho fatto tre settimane di volontariato in Ecuador a 4000 metri di quota, in una cittadina poverissima di nome Esperenza, organizzando pure una raccolta fondi tramite il mio negozio. Fare del bene mi ha dato e mi dà una gratificazione che non saprei descrivere! Poi ho ripreso a pieno regime col mio amato sport, che mi ha aiutato tantissimo. In particolare la bici ha rappresentato il mio "bene" che mi ha supportato nello sconfiggere il male. Attenzione, non passi il messaggio sbagliatissimo che guarire o meno da un cancro sia una questione mentale. Ci tengo però ad affermare, come lo stesso dottor Barbonetti mi ripeteva durante le cure, che trovare qualcosa che piaccia e fornisca stimoli positivi aiuta tantissimo nel superamento psicologico di certe situazioni.»
Fare del bene. Fare sport. Fare del bene attraverso lo sport. Possiamo così riassumere all'osso ciò che è balenato nella mente di Sarah Palfrader tre mesi fa e che tre settimane fa si è tradotto in lancio ufficiale di Stelvio X 6 = 8848 metri per la Vita. «In questi anni di terapie avevo visto che la sala d'attesa del reparto non era attrezzatissima e le poltroncine della radio non erano comodissime. Dato che ormai mi sentivo benissimo, mi è venuto in mente di fare qualcosa per migliorare questi elementi strutturali fondamentali e mi è venuta l'idea. Siamo sempre bravi a lamentarci dei medici e delle lacune del sistema sanitario, ma se non ci fossero loro...»
E oltre al personale medico, nella vita di Sarah ci sono familiari, amici, e tutta la comunità di Bormio a permettere lo svolgimento di ciò che accadrà fra meno di 24 ore. C'è Donatella Valzer, «che ringrazio per aver gestito la parte di comunicazione e social». Partenza alle 2 di notte dal piazzale delle Terme di Bormio e 6 volte su e giù dallo Stelvio: l'ultimo passaggio in piazza, che costituirà dunque l'arrivo, è previsto tra le 20 e le 21. A prendere il via in sella alle loro bici saranno sicuramente Sarah e l'accoppiata di super cicloamatori bormini Michele Antonioli (argento olimpico nello short track ai Giochi Invernali del 2002) e "Stelvio Man" Daniele Schena (titolare di un bike hotel punto di riferimento del mitico passo alpino). A loro si potrà unire chiunque, in qualunque momento e per qualunque durata, sia in bici che a piedi. A una condizione: di passare prima dallo stand nel piazzale delle Terme per effettuare la libera donazione all'associazione Giuliana Cerretti per l'oncologia.
Tra i partecipanti ci saranno sicuramente il dottor Barbonetti insieme alla moglie e a parte del personale del reparto d'eccellenza valtellinese in medicina nucleare e radioterapia che beneficerà del ricavato della giornata. Ultimo ma non certo meno importante, durante l'intera giornata nel suddetto piazzale non ci sarà solo lo stand di donazione-iscrizione, ma tutta una serie di gazebo dedicati ad attività di vario genere, espressione non solo della volontà benefica di Sarah ma della mobilitazione generale di Bormio cui facevamo accenno poc'anzi. Ci saranno sessioni di yoga, meditazione e altre pratiche legate al benessere personale, ci sarà un corso di alimentazione preventiva e uno sulla salute del seno, ci saranno laboratori di lettura, disegno, ricami e treccine per i bambini, un laboratorio per tutte le età sulla preparazione dei pizzoccheri, una sfilata di abbigliamento sportivo, tanta musica e naturalmente la festa serale per celebrare l'arrivo di Sarah, Michele, Daniele e tutti i volenterosi e volenterose dopo l'avvenuta impresa.
Non sarà un lunedì 12 agosto come gli altri, tra Bormio e lo Stelvio!
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