Tra le lacrime più belle e vere di questo Tour de France ci sono quelle di Mark Cavendish, che sabato al traguardo della ventesima tappa è stato accolto da Christian Prudhomme, direttore generale del Tour de France e da David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale.
L’uomo dell’Isola di Man, diventato Sir Mark Cavendish nel 2011 per volere della regina Elisabetta, è stato uno dei protagonisti più straordinari di questo Tour de France, non solo per aver conquistato la sua trentacinquesima vittoria, ma per il modo in cui è arrivato a questo successo. Ieri sulla linea d’arrivo al Col de la Couillole, il pubblico era tutto per lui e il traguardo lo ha tagliato scortato da tutta la sua Astana, che insieme ad Alexandr Vinokourov sono stati i creatori del Progetto35, nato per far entrare il britannico nell’Olimpo degli atleti più forti. C’erano proprio tutti ad attendere Mark ma c’erano anche un gruppetto di persone veramente speciali, che attendevano l’arrivo di Mark e Daddy, si tratta della sua famiglia, della moglie Peta Todd, nota a tutti come Lady Cavendish e dei loro 4 meravigliosi figli.
Cavendish è l’uomo forte, veloce e potente, ma che nel suo cammino ha dovuto fare i conti con un mostro ben più cattivo dei suoi avversari, si tratta della depressione, quella malattia sottile, che in modo silenzioso avvolge e disintegra la vita delle persone. Peta e i suoi 4 bambini sono stati la migliore terapia per Cavendish e in questi anni non lo hanno mai lasciato solo. L’intera famiglia era seduta unita nel tavolo da dove Mark Cavendish a maggio del 2023 aveva annunciato il suo ritiro a fine anno e sono loro che uniti hanno viaggiato alla massima velocità con lui per tagliare il traguardo della quinta tappa con arrivo a Saint-Vulbas e conquistando così, la trentacinquesima vittoria alla Grand Boucle. Cosa farà Cavendish il prossimo anno? Forse farà semplicemente il padre e il marito, oppure potrebbe concedersi ancora un anno di gare o diventare dirigente sportivo. Ancora non è chiaro cosa farà l’Uomo di Douglas, ma per certo sappiamo che le sue 165 vittorie, i suoi 24 grandi giri corsi in carriera, sono il simbolo di un ciclismo che difficilmente potrà ripetersi.
Tra le tante lacrime che abbiamo visto in questo Tour de France, quelle di Cavendish verranno messe tra i ricordi più belli, a ricordarci che l’eroe diventato vulnerabile, grazie ai suoi affetti più cari è tornato ad alzare le braccia per la gara più bella.