Tadej POGACAR. 10 e lode. Incredibile Hulk, incredibile Taddeo, che si va a prendere ciò che riteneva suo alla sua maniera, con una condotta di gara pazzesca, con una squadra superlativa, con un Almeida e un Adam Yates in formato “mundial”, prima di spiccare il volo e volare via leggero con un assolo da autentico attaccante, come suo stile, come sua abitudine. È fatto così e chi nasce tondo non può diventare quadrato (voto 2 a me, che lo faccio sempre troppo impulsivo). Squadra gli avversari, li misura e li pesa, prima di metterli in fila uno ad uno. Guadagna in salita, guadagna sul falsopiano, va più forte di tutti come sua abitudine. Tredicesima vittoria di tappa al Tour, la numero 16 in stagione, la numero 79 in carriera, così, tanto per dire, per mettere dei numeri in fila che ci aiutano a capire e comprendere il fenomeno, per ribadire che Taddeo viene da un altro pianeta, anche se qui al Tour ha più resistenze, più antagonisti, più preoccupazioni, ma oggi se li scrolla tutti di dosso con un paio di accelerate, prima di planare sul traguardo mostrando i muscoli, quelli dell’incredibile Hulk, quelli dell’incontenibile Pogi.
Jonas VINGEGAARD. 7. Non crolla, ma si inchina. Non alza bandiera bianca, ma china il capo. Guadagna una posizione in classifica generale, ma perde altro terreno sullo sloveno in giallo. Ora è a quasi 2’ da Pogi e sa che la partita non è chiusa, anche se è consapevole che con un Pogi così sarà difficile aprire qualcosa.
Remco EVENEPOEL. 8,5. Lo vedi in faccia e sembra bellissimo, ma bastano un paio di accelerate di Pogi e lui si fa più scuro in volto. Resta in bianco, non solo con la maglia, ma si consola con un podio che al momento è sicuro ed è più che meritato. Da non dimenticare: è al suo primo Tour de France.
Joao ALMEIDA. 10. È il simbolo di questa Uae Emirates spaziale e inesauribile, questo “dream team” che è stato costruito per essere il numero uno al mondo per difendere il loro numero uno al mondo. Joao lavora per tutti, anche per sé. Resta lì nelle zone alte della classifica, per ogni evenienza, per una questione di punti per il ranking mondiale, ma anche per una questione tattica di questo Tour.
Carlos RODRIGUEZ. 7. Il 23enne spagnolo si trova pressato dal meglio del ciclismo mondiale, ma il bello di questo ragazzo della Ineos è che non si fa schiacciare.
Giulio CICCONE. 8,5. Chi di voi si aspettava un Cicco così alzi la mano. Anche oggi con la meglio gioventù, anche oggi lì appena dietro a quei due fenomeni, a quei due giganti. C’è anche il nostro Cicco, che può risalire ancora la china, perché la strada gli sorride e i suoi occhi sono di una luce mai vista.
Adam YATES. 10. Fa parte del “dream team” e fa la sua parte, come tutti, più di tutti. Prende e va, costringendo i Visma a muoversi, a tirare, ad esporsi, poi aspetta il capitano, quel fenomeno in giallo che fa vedere i sorci verdi a tutti.
Simon YATES. 6,5. Lo si vede poco, fatica tanto, ma è lì, in attesa di tempi migliori: intanto oggi guadagna quattro posizioni in classifica.
Ben HEALY. 7. È uno scalatore di livello, anche se per il momento il suo livello è questo. Prende e va, ma poi fatica a far valere le proprie doti di scalatore puro. Lo va a riprendere in un amen Adam Yates, non Tadej Pogacar.
Wilko KELDERMAN. 5. Perde quasi subito le ruote dei migliori, senza aver fatto chissà quale lavoro per il suo leader Vingegaard.
Jay HINDLEY. 4. Senza Roglic sarebbe la punta della Red Bull, ma non è mai della partita: avrebbe anche vinto anche un Giro e solo un anno fa era lì con i migliori anche qui al Tour.
David GAUDU. 4. Entra nella fuga di giornata, ma la condizione non gli consente di fare giornata.
Alberto BETTIOL. 17. Sarà stanchezza, sarà Covid, una cosa è certa: il campione d’Italia non stava bene. Giusto tirare su il piede e scendere di bicicletta. Non arriverà a Nizza, ma c’è da pensare a Parigi.
La Borraccia di VINGEGAARD. 8. Marc Soler è pronto a prendere a bordo strada una borraccia d’acqua dal suo massaggiatore, ma è troppo lontano. Jonas si avvicina deciso e prende lui “le bidon”, non per dissetarsi, ma allungarla a Marc. Gesto fair-play di altissimo livello.
Mathieu VAN DER POEL. 7. Prende a va, con un gruppo di attaccanti. Il campione del mondo ha bisogno di incamerare fatica e oggi la giornata è di quelle ideali. Via con Oier Lazkano (Movistar), Magnus Cort (Uno X), Louis Meintjes (Intermarché Wanty), Bruno Armirail (Ag2r Decathlon), Alexey Lutsenko (Astana), Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), David Gaudu (Groupama FDJ), Ben Healy e Sean Quinn (EF). Chi più chi meno oggi fanno la corsa, l’iridato fa un po’ di lavoro in attesa di un’altra corsa.