Tra le sorprese di questo Tour de France c’è il norvegese Jonas Abrahamsen, il corridore della Uno-X Mobility che a 28 anni ha deciso di rivoluzionare quelle leggi degli uomini che attaccano e vanno in fuga. Si è sempre sentito parlare poco di lui, ma ora Abrahamsen ha deciso di mettere le cose in chiaro e con quella maglia a pois del miglior scalatore ha deciso di diventare anche il corridore più combattivo della corsa. Il suo motto è “Io me ne vado”, e così sabato scorso l’uomo della Uno-X Mobility ha corso altri 170 chilometri davanti, prima con Stefan Bissegger e Neilson Powless, poi da solo, prima di essere ripreso a una quindicina di chilometri da Colombey-les-Deux-Églises.
Quella di Jonas Abrahamsen è resistenza straordinaria e che aveva già mostrato nei 133 chilometri di fuga fino a Rimini e poi altri 195 fino a Bologna. Insomma se non sarà lui l’uomo delle montagne, quanto meno per tutti sarà l’uomo delle fughe.
Abrahamsen è stato soprannominato anche Abracadabra, perché da perfetto sconosciuto in questo Tour si è vestito sia con la maglia verde che con quella a pois, un evento del tutto straordinario per il ciclismo scandinavo e per questo nella sua Norvegia è diventato in pochi giorni l’atleta più seguito dell’anno. Nei bar norvegesi adesso è facile trovare gruppi di persone che insieme seguono le tappe del Tour de France, indossando un cappello giallo e rosso con scritto sopra Abra e tra queste ci sono la sorella e la fidanzata, che seguono insieme la corsa dall’inizio alla fine.
Lo scorso anno questo norvegese mentre si allenava in Spagna fu vittima di un brutto incidente in allenamento e solo l’aiuto tempestivo dei suoi compagni di squadra gli ha consentito di sopravvivere. «Senza di loro sarei sicuramente morto – ricorda Jonas – perché avevo ingoiato la mia lingua e stavo morendo soffocato. Se non fosse stato per loro non sarei qui».
Il 2023 è stato forse l'anno più difficile della sua carriera, sia per l'incidente in Spagna che una mononucleosi che lo hanno portato a correre un Tour de France sotto le sue aspettative. Lui che a 22 anni pesava appena 60 kg per 183 cm di altezza, oggi grazie ad un bravo nutrizionista è riuscito a prendere il giusto peso e a questo Tour con 78 kg è riuscito a fare cose prodigiose.
A gennaio pensava di essere fuori da una possibile selezione per la corsa gialla, poi però grazie ai risultati arrivati in marzo la squadra ha creduto in lui e adesso, per la Uno X, è l’uomo più importante della squadra.
«È pazzesco come sia riuscito a passare da 58 oa 60 kg, e ora a circa 80 kg riesco ad andare in salita meglio di quando ero più leggero – ha detto il norvegese - Sono molto contento del risultato perché mi sento più forte ogni anno. Mi piace far parte della fuga e mi piace quando le mie gambe iniziano a far male. Per me indossare questa maglia a pois è la realizzazione di un sogno, non so quanto durerà ma vorrei che non finisse mai».