Kévin VAUQUELIN. 10 e lode. In questo Tour d’Italie, vincono solo i francesi, che non s’incazzano, ma si beano di essere forti. Perdono la maglia gialla con Bardet, ma si portano in casa e quindi in albergo una tappa sontuosa, vinta meritatamente in una Emilia Romagna parata a festa, che spumeggia gioia e passione e saluta come si conviene la corsa più bella del mondo. Vince questo ragazzotto 23enne del Calvados, quindi normanno come un certo Anquetil. I colleghi francesi dicono che abbia i numeri per diventare un grande, al suo primo Tour un numero lo fa per davvero, con intelligenza tattica e tenuta. Pedala facile, e questa è una dote che hanno solo i campioni. Pedala Bianchi e questo è un ragazzo che può andare Oltre.
Richard CARAPAZ. 8. Bravo l’ecuadoriano della EF Education-EasyPost. Resta nel vivo della corsa, con grande lucidità, e porta a casa un ottimo decimo posto. È lì, pronto per la battaglia.
Remco EVENEPOEL. 6. Era una tappa che poteva anche sorridergli, ma più che attaccare deve difendersi e alla fine lo fa bene, rientrando proprio nel finale. Scampato pericolo. Per lui il premio della maglia bianca di miglior giovane. Si poteva sperare qualcosa di più da lui? Si.
Jonas VINGEGAARD. 8. Se non ci fosse lui, Tadej farebbe anche qui quello che vuole. Ma il danese c’è e si fa vedere benissimo, soprattutto a Tadej. Facile nel cucire sullo scatto di Pogacar, facile nel contenerlo. Facile che possa rendere durissima la vita allo sloveno, che sarà anche in giallo, ma la strada per Nizza è lunghissima. Molto lunga. E il Galibier è già lì.
Tadej POGACAR. 7,5. Si aspettano il suo scatto e lui scatta, ma qui siamo in Italia e non al Giro. Qui siamo al Tour e soprattutto c’è il danese, che pare avere un ottimo colpo di pedale e avrebbe dovuto soffrire questa tappa nervosa e scattante, ma alla fine s’offre per dare un po’ di spettacolo e spegnere gli entusiasmi di Tadej. Che torna in giallo, ma forse non come avrebbe voluto.
Giulio CICCONE. 6. Resta nelle zone di testa, ma deve concedere qualche secondo ai migliori. È nelle parti alte della classifica generale (10°) e dopo due tappe va più che bene. Basso profilo, sperando di risalire, ancora un po’.
Primoz ROGLIC. 5. Conosce bene questo arrivo, conosce bene il San Luca, avendo vinto tre volte il Giro dell’Emilia e conquistato qui una maglia rosa. Tra gli uomini più attesi si fa attendere: un po’ troppo.
Jonas ABRAHAMSEN. 8. Due giorni in fuga e oggi il premio della combattività non glielo toglie nessuno. Per il 28enne corridore norvegese ci sono anche due maglie: quella verde a punti e quella a pois di miglior scalatore. Non male come inizio.
VISMA LEASE A BIKE 2. Dacci oggi la nostra caduta quotidiana e per i ragazzi olandesi arriva puntuale anche oggi. Finiscono per le terre, senza conseguenze particolari, Wout van Aert e Matteo Jorgenson. Speriamo che sia finita qui, almeno per qualche giorno.
Quentin PACHER. 8. Il 32enne corridore della Groupama - FDJ, dopo dieci chilometri porta via una fuga che segnerà di fatto la tappa. Con lui Axel Laurance (Alpecin - Deceuninck), Hugo Houle (Israel - Premier Tech), Nelson Oliveira (Movistar Team), Kévin Vauquelin (Arkéa - B&B Hotels), Cristián Rodríguez (Arkéa - B&B Hotels), Mike Teunissen (Intermarché - Wanty), Bram Welten (Team dsm-firmenich PostNL), Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team) e Jordan Jegat (TotalEnergies). Non ci sono italiani, ma ce ne sono una montagna da Cesenatico a Bologna: spettacolo assoluto, da Grande Bellezza.