Ha compiuto 39 anni e per Mark Cavendish questo sarà il diciassettesimo ed ultimo Tour de France. Non ha rimpianti il britannico, perché gli è stata data la possibilità di correre ancora, mettere un numero sulla schiena e sfidare la sorte, perché per lui questa, sarà l’ultima occasione per superare quel record, che condivide con Eddy Merckx.
L’uomo dell’Isola di Man punta alla storica trentacinquesima vittoria di tappa al Tour de France per il secondo anno consecutivo, ma se non dovesse riuscirci sarebbe comunque contento per tutto quello che ha ottenuto in questi anni. L'anno scorso era andato vicino al successo a Bordeaux, ma una catena con problemi e un inarrivabile Jasper Philipsen lo hanno condannato al secondo posto. Tristemente poi, appena 24 ore dopo c’erano le immagini di Cavendish seduto in macchina con lo sguardo nel vuoto, perché aveva fratturato la clavicola e il sogno si era infranto.
«Mi sento più pronto rispetto allo scorso anno - ha detto Cavendish nella sua conferenza stampa –: non abbiamo nulla da perdere e penso che non saremmo qui se non fossimo convinti di poter arrivare a quel risultato».
Lo scorso anno il britannico pensava al ritiro, poi Vinokourov, al comando dell’Astana, lo ha convinto a rimanere un'altra stagione, certo che le possibilità per lui ci siano ancora.
«Non volevo scuse e unendo tutti i pezzi del puzzle mi sono convinto a continuare per un altro anno. Sono felice di averlo fatto. Abbiamo avuto il tempo di fare un piano su come affrontare questo Tour e ora è il momento di implementarlo. Ci siamo allenati e abbiamo gareggiato insieme per tutta la stagione con questo obiettivo in mente».
Quello messo in atto dall’Astana è un vero e proprio piano che si potrebbe chiamare “Obiettivo 35”.
«Vedo dalle 5 alle 6 opportunità per ottenere quella vittoria di tappa che sto cercando dallo scorso anno. Non saremmo qui se non ci credessimo. Ma davvero non ho nulla da perdere. Non è come al tavolo della roulette, non posso perdere nessuna delle mie 34 vittorie di tappa. Il primato ce l'ho già e lo condivido con il grande Eddy Merckx. Adesso cerco solo di vincere le tappe: una, due o dieci, non importa. Questo è il mio approccio, il nostro lavoro è vincere le gare e cercherò di farlo in ogni tappa dove ci sarà uno sprint».