Biciclette, non ce ne sono. Troppo costose, troppo da ricchi. Ma ci sono carrettini fatti a mano, un’asse di legno e quattro rotelle, i più sofisticati dispongono perfino di una specie di manubrio per renderli più facilmente guidabili.
E’ il Museo del giocattolo povero, si trova in un vecchio frantoio ristrutturato, a Massicelle, nel comune di Montano Antilia, lungo il Cammino di San Nilo, nel Cilento, là dove la Campania sa già di Calabria e di Lucania, e sempre di Mediterraneo. Non è facile capitarci, e neanche andarci, ma se succede, è un’emozionante sorpresa.
Macchinine, ma anche (si potrà dire?) motociclettine, ricavate lavorando pezzetti di legno. Bocce, create con la radice di erica, scavata, ripulita, modellata. Bambole fatte di pezza, ma anche con le pannocchie di grano. E poi giocattoli locali o internazionali, dallo strummolo (una trottola messicana) al fischietto, dallo scuppettuolo allo zurriuolo. E ancora fucili e pistole di legno, fionde, teatrini, cavallini a dondolo, strumenti musicali… E cerchi, che – volendo – sono parti di biciclette.
L’idea era nata una trentina di anni fa proprio qui a Massicelle. Poi due maestre, Amalia Merola e Angela Serra, e una pedagogista, Claudia Perimuter, hanno elaborato un progetto, partendo dalle domande dei nipotini, che frequentavano la scuola elementare, e arrivando alle risposte dei nonni, attraverso i loro ricordi di quando erano piccoli. Solo giocattoli poveri, inventati o ereditati, e ricreati con quello che si trovava in giro, in natura o per la strada, recuperando e adattando. Innanzitutto, attingendo al patrimonio culturale locale. Poi, ricevendo contributi dall’Italia e dall’estero. Finché Luigi Berlinguer, ministro dell’Istruzione, sostenne l’iniziativa. Per saperne di più ci sono una pagina Facebook (https://www.facebook.com/profile.php?id=100090808221914) e un sito Internet (https://www.lascuoladelnoi.it/DoveSiamo.html).
Forse ci si divertiva di più quando si aveva di meno. O forse quando si aveva più spirito, più anima, più fantasia, più immaginazione. Oggi il Museo del giocattolo povero di Massicelle è meta di gruppi di alunni e studenti, ma anche di camminatori e viandanti. I primi, in gita scolastica. Gli altri, in un momento di sosta e ricreazione. Per tutti è un piccolo tesoro. Così semplice, così romantico. E presto, confidiamo, arriverà anche una bicicletta. Ce ne sono anche di povere.