Tim MERLIER. 10 e lode. Con una doppietta è già a posto, ma con una doppietta secca il nostro JoJet. Restano indietro entrambi, risalgono e poi partono in pratica assieme, ma il belga sceglie il lato destro, più protetto dalle transenne e dagli spettatori, e lui è più veloce del vento, contrario. Più veloce del nostro JoJet. Seconda vittoria di tappa, in questo Giro, la terza alla corsa rosa, la nona in stagione, la numero 43 in carriera.
Jonathan MILAN. 5,5. Si perde Consonni e Stuyven, resta imbottigliato nelle retrovie, medica la delicata situazione recuperando posizioni, ma è costretto ad un paio di zig-zag di troppo, così come ai conseguenti rallentamenti che di certo non lo favoriscono. Sceglie la corsia immaginaria centrale, con il vento in faccia e non può fare i miracoli. «Ho sbagliato io, dovevo stare con i miei due compagni, ma il finale era più difficile e complicato di quanto potessimo pensare. Le gambe c’erano, ma ho sbagliato a prendere posizione». Come sempre, e non è la prima volta, ammette i propri errori. Si prende tutta la responsabilità per la mancata vittoria. Evviva la sincerità. Per questo voto 8. Potrebbe diventare in futuro testimonial di Trenitalia: ma oggi il treno lo perde.
Kaden GROVES. 6. L’australiano della Alpecin è lì tra la nobiltà veloce, ma può solo portare a casa un piazzamento di prestigio, che fa punti, ma non storia.
Alberto DAINESE. 6. Ci prova, con una progressione pazzesca, al vento, per anticipare tutto e tutti. Volata di testa, ma sono le gambe che alla fine diventano piombo e marmo, rapporto troppo lungo per un allungo così anticipato.
Stanislaw ANIOLKOWSKI. 6. Il polacco resta lì, intruppato con i migliori, ed è già tanto.
Fernando GAVIRIA. 5. È corridore di esperienza e storia, in questo Giro ha provato un paio di volte ad anticipare tutti, oggi lo anticipano anche nell’anticipazione.
Madis MIHKELS. 6. Compirà 21 anni il prossimo 31 maggio, ma il ragazzo estone della Intermarché si porta a casa un buonissimo 7° posto di tappa che fa morale e curriculum. Qui l’hanno portato per verificare la sua tenuta nelle tre settimane: da tenere a mente.
Caleb EWAN. 4. È il velocista tascabile, invisibile, impalpabile, solitamente ti accorgi della sua presenza quando pensi di aver fatto tutto il necessario per lasciarlo alle spalle e lui all’improvviso sbuca. In questo Giro è sempre alle spalle di tutti. E lo si vede, benissimo.
Davide BALLERINI. 6. Non è un velocista, è un corridore veloce quanto basta e quando può.
Sebastian MOLANO. 5. Fa la volata.
Thymen ARENSMAN. 7. A 6,4 km dal traguardo il corridore della Ineos rischia di essere preso in pieno dalla macchina del cambio ruote neutro. Manovra azzardata, un vaffa da parte dell’olandese: più che giustificato. Voto alto per Thymen, che per quello che rischia mantiene fin troppo la calma. Per il cambio ruote, un voto neutro: dal 2 al 4.
Mirco MAESTRI. 7. Per la quarta volta in questo Giro il corridore della Polti-Kometa entra nella fuga di giornata, stavolta con il compagno di squadra Andrea Pietrobon, Filippo Fiorelli (VF Group - Bardiani CSF - Faizanè) e Mikkel Honorè (EF Education - EasyPost). Maestri il maestro ancora là davanti a tutti: la vera notizia è che si è separato da Alaphilippe.