Per Antonio Tiberi questo Giro d‘Italia è tutto in crescita e dopo aver ricevuto i complimenti sia da Tadej Pogacar che da Gianni Bugno, il corridore della Bahrain Victorious, pieno di orgoglio ha detto che vuole migliorare un po’ ogni giorno. Per il ragazzo di Frosinone, questa è la prima volta al Giro d’Italia dopo che nel 2022 e anche lo scorso anno ha partecipato alla Vuelta di Spagna.
«Posso dire che rispetto ai primi giorni sto migliorando – ha detto Tiberi durante la conferenza stampa nel giorno di riposo –. Rispetto alla Vuelta mi sento sicuramente più preparato e sto anche meglio fisicamente. Penso di essere maturato e di aver raggiunto un livello che mi permette di essere in classifica con i migliori, in questo Giro. Il mio obiettivo resta la classifica generale e spero di poter avanzare ancora».
Gianni Bugno, che il Giro d’Italia lo ha vinto nel 1990 vestendo la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa, ha detto che Tiberi è molto pimpante e che con lui potrebbe iniziare il nuovo futuro del ciclismo italiano.
«Gianni è stato un grande corridore e mi sento lusingato dalle sue parole. Questa è una cosa che mi gasa molto e mi rende orgoglioso, mi farà bene pensare alle sue parole quando sarò in bici».
In casa Bahrain-Victorious c’è anche Damiano Caruso, il siciliano che nel 2021 era arrivato secondo alla corsa rosa e che quest’anno, in tanti speravano di vedere in testa sulle strade della corsa rosa. «Damiano in questa prima parte di Giro è stato abbastanza sfortunato con due cadute, però adesso sta meglio e si sta riprendendo e anche il di morale sta bene. Diamogli qualche altro giorno per riprendersi dalle cadute e poi sono convinto che dirà la sua in corsa».
Tiberi si sente bene ed è curioso di vedere come arriverà a Roma. Di anni ne ha 22 e in carriera ha già ottenuto risultati incoraggianti, come un oro a cronometro nei Mondiali del 2019 e alcuni piazzamenti e in questa corsa rosa, è sesto in classifica generale e secondo in quella dedicata ai giovani. «Voglio vedere dove riuscirò ad arrivare in classifica. Per adesso la corsa si sta dimostrando un ottimo test, questo è il primo grande giro che affronto da capitano di una squadra ed è tutto nuovo per me anche a livello di responsabilità e per il fatto che bisogna essere sempre concentrati al massimo in ogni tappa. Dovrò capire tante cose, per esempio come risponderà il mio fisico in queste tre settimane, considerando anche il forte stress».
Da oggi partirà la seconda settimana di corsa e Tiberi, pensa che nei prossimi giorni ci saranno buone possibilità per lui, in particolare con la cronometro di Desenzano sul Garda.
«Adesso arriverà la parte più bella del Giro d'Italia, con le tappe più interessanti. Questa seconda settimana mi ispira abbastanza, anche perché già la tappa con partenza da Pompei sarà subito esplosiva e dovremo fare attenzione nel finale. C’è poi la tappa con i muri marchigiani, che sarà come una piccola Liegi. La prima tappa dopo il giorno di riposo è sempre un’incognita, perché c’è chi ha recuperato e sarà subito attivo e chi invece dovrà scaldare il motore. Ci sarà anche l'ultima cronometro del Giro e io ci tengo tantissimo a far bene. L'ho provata e so che se tutto andrà nel modo giusto allora potrò guadagnare ancora sui miei avversari».
Anche Pogacar anche ha parlato bene del giovane Antonio: Tiberi, oltre ad essere lusingato, spera di poter parlare presto con il campione sloveno.
«Non ho ancora avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Pogacar. Lui ha la maglia rosa e in corsa è sempre davanti fin dalla partenza e poi a fine gara è sempre impegnato con stampa e premiazioni. Mi è stato detto dei suoi complimenti per me e sono molto contento e fiero di una cosa del genere. Quando un campione come lui ti elogia è sempre bello. Cosa si può dire su Pogacar? E’ sempre scontato parlare di lui, sta dimostrando come sempre di essere un grande campione, lo abbiamo visto in tutte le tappe, ha aiutato Molano nella volata e nelle altre vittorie e riesce sempre a stupire il pubblico con delle azioni straordinarie. E’ un campione vero, c’è poco da aggiungere».
L’italiano durante la tappa con arrivo a Prati di Tivo, è stato l’unico che ha provato ad attaccare la maglia rosa, dimostrando di avere un carattere deciso senza temere un avversario forte. «In Abruzzo si era venuta a creare una situazione particolare dal mio punto di vista. Quella salita la conoscevo solo perché l’avevo fatta in allenamento e mi ha stupito che la UAE avesse fatto tutta l'ascesa a ritmo alto ma non altissimo. Quando eravamo vicino all'arrivo pensavo che Tadej avrebbe fatto qualcosa, ma quando ho visto che nessuno si muoveva ho pensato che era arrivato il momento di smuovere un pochino la situazione. Quando riesci ad attaccare senti sempre una bella sensazione».