Alla partenza della terza tappa della corsa rosa, Tim Merlier aveva giocato un po’ con suo figlio Jules e prima del via da Novara aveva detto che questa frazione per lui sarebbe stata speciale e che avrebbe tentato di cogliere la vittoria. Il belga era il favorito numero uno e non ha tradito le aspettative, vincendo di potenza lo sprint sul traguardo di Fossano.
Era il 2021 quando Merlier aveva vinto la sua prima tappa in assoluto in un grande giro e il traguardo era posto a Novara ed è per questo che per lui, questa tappa aveva un significato importante.
«Non sono riuscito a trovare una buona scia nell'ultimo chilometro e a 300 metri dall'arrivo ho deciso di iniziare il mio sprint – ha detto Merlier dopo il traguardo – ma non è stata questa la parte più dura di oggi».
Il finale è stato veramente esplosivo, perché a 3 chilometri dal traguardo Honoré (EF Education Easypost) ha attaccato e subito hanno risposto Pogacar e poi Thomas. Il gallese e lo sloveno sono presto rimasti soli e hanno provato ad arrivare da soli sul traguardo di Fossano, ma dietro il gruppo, guidato dalle squadre dei velocisti, li ha riassorbiti e la vittoria, come previsto, si è giocata in volata. Merlier è arrivato primo, superando Milan e Girmay.
«È stato un finale molto duro. Siamo rientrati su Pogacar e Thomas, ma non sono riuscito a trovare la mia posizione perché ero costantemente sotto vento. A 300 metri ho deciso che era arrivato il momento di fare lo sprint. Proprio in quel momento anche il Milan ha iniziato la sua volata sulla sinistra. A quel punto ho capito che sarei arrivato primo o secondo. Sono molto felice di aver conquistato questa vittoria».
Per la Soudal-Quick Step gli ultimi mesi non sono stati facili e tante vittorie sono mancate con l’infortunio di Remco Evenepoel in Spagna. Oggi Merlier ha vinto per il suo branco di lupi e la squadra di Lefevre può guardare al futuro con maggiore ottimismo.
«Sono riuscito a vincere grazie anche all’aiuto ricevuto dai miei compagni che sono entrati in azione nel momento giusto. Quando eravamo davanti c’erano squadre che avevano più compagni rispetto a me. Io ero rimasto da solo con Luke Lamperti e per questo ho deciso che dovevo lavorare per rallentare il ritmo. Ci sono riuscito e sicuramente è stata la scelta migliore».