Mathieu VAN DER POEL. 10 e lode. Va più forte delle moto, che lo scortano, lo ostacolano, gli tolgono il respiro. Usando una iperbole potrei arrivare a dire che andrebbero squalificate le moto, per scia prolungata alle spalle del campione del mondo che nel giorno in cui immettono una “chicane” per rallentare l’ingresso nella Foresta, non solo ci arriva ad oltre 51 di media, ma va più veloce delle moto. È nato per queste corse e poco importa che mancasse qualche pezzo da novanta: lui vale 120 e mette tutti d’accordo. Talento assoluto, di rara potenza e bellezza, composto anche sul pavé più cattivo ed esigente. Ammortizza e controlla, rilancia e assorbe, vibra e vola leggero con una padronanza del mezzo da lasciare a bocca aperta: noi per l’ammirazione, i suoi avversari per lo sforzo. Quasi sessanta chilometri (59,700 per la precisione, il record della fuga più lunga resta a Tchmil) di fuga solitaria, in un’edizione che migliora e aggiorna la media record stabilita un anno fa (46.841) sempre dal fuoriclasse olandese: 47.800. Vento a favore? Sì, ma è Van der Poel che va come il vento, come una moto, come un razzo terra terra per colpire il bersaglio. Cinque gare in stagione, tre vittorie (E3 Saxo Clasic, Fiandre e Roubaix), un secondo e un decimo (Sanremo). Per la contabilità: sesto Monumento in carriera con tre Fiandre, due Roubaix, una Sanremo.
Jasper PHILIPSEN. 9. Il trionfatore della Sanremo si porta a casa il secondo posto consecutivo nella regina delle classiche. Un grande risultato, che va però stretto ad un corridore come questo che nutre grandi ambizioni, ma si trova tra i pedali uno straripante compagno di squadra. Ha tutto per vincere, chiaro che sì, lo si vede ad occhio nudo, ma fin quando c’è un corridore come MVDP in questo stato di grazia, si corre per il secondo posto e Jasper lo sa bene. Molto bene.
Mads PEDERSEN. 8. Il danese è un atleta di livello assoluto, un vero cacciatore di classiche, al quale però manca ancora
qualcosa, soprattutto quando c’è di mezzo MVDP. Un plauso al 21enne ceco Mathias Viacek che lotta come un leone per il suo capitano. Corsa di sostanza e il ragazzo è più che sostanziso.
Nils POLITT. 7. Il 30enne tedesco della Uae Emirates porta a casa un 4° posto di grande contenuto tecnico che lo pone tra i grandissimi di questo inizio di stagione. Lottatore nato, lotta come meglio non potrebbe.
Stefan KÜNG. 6,5. Il 30enne svizzero è tra i grandi protagonisti di giornata. Arriva al velodromo di Roubaix con gli occhi fuori dalle orbite, ma la sua prova è di assoluta sostanza, degna di un grande corridore.
Gianni VERMEERSCH. 7,5. Oggi è fondamentale nel gioco stratosferico degli Alpecin che apparecchiano la tavola a MVDP. Alla fine è 6°, ma la sua prova è da podio pieno.
John DEGENKOLB. 6,5. Il 35enne gladiatore tedesco della DSM Firmenich è sempre lì, a lottare come un ragazzino, insieme a ragazzini. Anche oggi a “paperino John” ne succedono di ogni, ma chiude in ogni caso 11°: di livello, sempre.
Laurence PITHIE. 7,5. Il 21enne neozelandese è chiaramente il nome nuovo di questo pazzesco inizio di stagione. Atleta di assoluto livello, di classe purissima, di intelligenza rara, paga qualcosa nel finale come è giusto che sia, ma che corridore…
Kamil MALECKI. 6. Il 28enne polacco della Q36.5 Pro Cycling fa una corsa sempre di testa e alla fine chiude con un più che onorevole 18° posto.
Thomas PIDCOCK. 4. Non è fortunato, ma oggi sono in tanti a non esserlo, il britannico è in ogni caso regredito molto in questo tipo di corse. Era da tutti considerato un predestinato, ma oggi è difficile prefigurarsi il suo destino.
Tim VAN DIJKE. 5. Il 24enne olandese prova a tenere alta la bandiera gialla dei calabroni, ma da solo non è assolutamente facile.
Yves LAMPAERT. 5. Corridore da classiche, corridore della Soudal Quick Step, che in questo tipo di corse non solo era un classico, ma una sentenza. Ma questo fa parte solo del passato, oggi è tutta un’altra storia.
Andrea PASQUALON. 50. Miglior italiano (50°) a 9’34” è il 36enne veneto del Bahrain che conclude una corsa che merita essere conclusa. È l’unica corsa al mondo per la quale ha un senso arrivare alla fine, concluderla: perché non è da tutti. Edoardo Affini chiude al 71° posto a 11’44”, alle sue spalle Luca Mozzato. Finiscono la corsa in 110.