Per il secondo anno consecutivo, in occasione del Trofeo Piva, la società organizzatrice Col San Martino presieduta da Mario De Rosso ha ospitato fin dalla vigilia noi giornalisti accreditati alla gara internazionale Under 23, per accompagnarci al sabato in un giro in e-bike nell'area del Conegliano Valdobbiadene, una delle zone-sottoinsieme di quell'area di nove province veneto-friulano-giuliane che hanno l'esclusiva sul Prosecco.
Dai 107 ettari del Pentagono d'Oro del Cartizze (il più prestigioso dei prosecchi) alla Cantina Sociale DOCG dove il vino fatto con metodo Martinotti viene "dinamicizzato" a suon di canti gregoriani, dalle anse del "selvaggio" Piave (il fiume che mormorava di bellica memoria ha la certificazione di Wilderness Italia come luogo poco contaminato dall'uomo) e del suo affluente Teva all'Abbazia di Vidor, antico crocevia templare oggi proprietà dell'istrionico conte Giulio Da Sacco, che tramite un accordo con Ride Alone e Giorgio Cavasin e un futuro progetto di bike hotel renderà l'abbazia uno dei punti di riferimento dei cicloturisti qui di passaggio. E poi Combai, paese delle castagne - pardon, marroni - e della salita principale del Piva, oltre che del nuovo wine shop della storica azienda Serre di Pederiva dove viene prodotto il Rive di Combai (le "rive" qui non sono quelle dei corsi d'acqua, bensì i pendii più scoscesi) fino al muro di San Vigilio, che non avremmo mai scollinato senza il proverbial motorino e che i partecipanti al Piva macinano tre volte prima di lanciarsi in picchiata verso il traguardo. A chiudere il tutto, una cena presso Ronfini, una di quelle cantine a conduzione familiare che gestiscono ancora l'intera filiera dalla vendemmia alla commercializzazione in prima persona.
Tra una pedalata sulle nostre ruote grasse e un'incantevole degustazione, come bollicine di uno spumante sono pullulate diverse riflessioni. La prima riguarda la fecondità del binomio tra mondo vinicolo e ciclistico, che dall'arcinoto caso di Moser continua a offrire esempi e punti di contatto sempre più stretti e variegati, sia come corridori che diventano produttori sia come sponsorizzazioni (si veda l'onnipresente Astoria o il celebre muro di Ca' del Poggio) sia come doppia leva turistica potentissima, cavalcando il boom dell'uso della bici in chiave non competitiva ma di benessere e divertimento.
La seconda categoria di pensieri riguarda... la sopravvivenza stessa del ciclismo italiano. In un'epoca nella quale le corse, soprattutto quelle giovanili e U23 ma non solo, fanno sempre più fatica a potersi allestire con tutti i crismi, costringendo spesso e volentieri gli organizzatori ai salti mortali sugli scoscesi pendii delle sponsorizzazioni, è il profondo legame col territorio a poter salvare capre, cavoli e bici. Il ciclismo che valorizza l'immagine, la cultura, la struttura e quindi l'indotto del territorio, e quest'ultimo che ben comprende tale valore e mette a disposizione le proprie risorse per preservare e tener viva la propria manifestazione ciclistica. Prendendo il caso nel quale ci troviamo immersi questo weekend, ma non è certo l'unico per fortuna, un Piva gode del supporto non di grossi brand e di colossi, ma di svariate decine di realtà locali, tra cui una ventina di produttori vinicoli dei dintorni che abbiamo solcato ieri.
Senza voler trascendere nel cliché del "potremmo vivere solo di turismo etc etc" ci sentiamo però di sottolineare quanto, in un contesto economico impervio, il territorio che non guarda all'orticello ma sa fare sinergia (e ha i mezzi per farlo, naturalmente: Treviso è in ascesa nelle classifiche di ricchezza delle province italiane) sia una delle chiavi per il nostro futuro a pedali: una ruota composta dai raggi delle gare, delle esperienze e delle eccellenze territoriali a 360 gradi. Che quando girano tutti insieme formano un unico ciclo-movimento di cui non distingui le singole parti, ma del quale vedi il procedere spedito.
La foto-copertina è stata scattata da Andrea Bastianel in una precedente edizione del Trofeo Piva, le immagini della gallery sono state scattate da chi vi scrive durante il tour di ieri.