Nello splendido boom del ciclismo donne di questi anni, che passa in parte dallo sviluppo delle versioni femminili delle più prestigiose corse degli uomini, c'è chi in Italia ha fatto crescere una gara femminile investendoci da quando non era "mainstream" e senza l'appoggio di tradizione e risorse di una corrispettiva maschile. Parliamo di e con Fabio Argentin (nessuna parentela con Moreno) patron del Trofeo Oro in Euro.
Organizzato dalla Montignoso Ciclismo dei Ferrari padre (Mario) e figlio (Christian) nacque nel 2008 come competizione già prettamente femminile, Elite e Juniores. Poi, l'incontro con un lombardo di Legnano classe '65 trapiantato in Versilia per lavoro...
«Quando nel 2011 mi trovai a dover aprire nuovi punti vendita del franchising Oro in Euro, che si occupa di compravendita di metalli preziosi e gioielleria, mi resi conto che la Lombardia era "satura" e rivolsi la mia attenzione a questa terra, dove avevo trascorso tante vacanze pedalando spesso e volentieri con amici» ci racconta Fabio Argentin, che il ciclismo lo conosce discretamente. Una buona carriera da Allievo (con un 4° posto ai campionati italiani) fino a dilettante, con tanto di avventura nel triathlon e, nella seconda metà degli anni Novanta, l'esperienza da direttore sportivo negli Under 23 come successore di Roberto Damiani alla Legnanese, la storica società della Coppa Bernocchi. Nel primo decennio del Duemila il lavoro lo allontanò temporaneamente dall'agonismo ciclistico, ma portandolo da Legnano alle coste nord-toscane l'ha riavvicinato ad esso.
«Nel 2012 entrai come sponsor delle corse organizzate dalla Montignoso - prosegue Argentin - anche perché il settore del gioiello dialoga parecchio col mondo femminile e avvicinarci al ciclismo donne era una scelta naturale. Fino al 2016 seguimmo una direzione più "giovanile" allestendo una Giornata Rosa con tutte le categorie: che emozione ripensare a tutte quelle premiazioni nello stesso giorno, assistere all'evoluzione di quelle giovani atlete e vederle raccogliere successi mondiali negli anni successivi. Ho visto vincere una Vittoria Guazzini Esordiente, un'Elisa Balsamo Junior, Elisa Longo Borghini e Sofia Bertizzolo raccogliere qui i loro primi successi in assoluto da Elite, senza dimenticare la vittoria di Arianna Fidanza... Nel 2017 però ho propiziato un netto cambio strutturale: ci siamo concentrati solo sulla gara Elite per farla salire progressivamente di livello con la nuova denominazione di Trofeo Oro in Euro».
Il resto è storia più nota: la collocazione in calendario all'indomani della Strade Bianche; le affermazioni di Arlenis Sierra, Marta Bastianelli, Laura Tomasi e, alla ripresa post-covid, Rachele Barbieri; l'arricchimento del percorso, che dopo aver toccato i Comuni di Forte dei Marmi, Pietrasanta e Seravezza si decide sulla doppia salita da 3 km al 6% della Fortezza di Montignoso, e si conclude all'arrivo in località Cinquale.
Nel 2022 il definitivo salto di qualità, con la promozione a corsa internazionale. «L'abbiamo intrapreso come progetto triennale - spiega patron Argentin -. Nel primo abbiamo accolto per la prima volta un WorldTeam, la UAE che ha trionfato in volata con la Bertizzolo, sei anni dopo il suo successo nel 2016. Nel 2023 abbiamo fatto registrare il "sold out" e sono aumentate notevolmente le squadre professionistiche, con l'arrivo in parata della Trek Segafredo e la prima vittoria di Gaia Realini a far da preludio alle successive gioie stagionali della giovane abruzzese. E quattro giorni fa, come sapete, il bis della Longo Borghini a 12 anni da quel 2012 che fu la "mia" prima gara qui. Leggere una startlist con 22 team stranieri su 30, di cui 5 W.T. (su 6 che per regolamento possiamo ospitare) e vedere schierati a Cinquale pullman e ammiraglie griffati EF, UAE, Cofidis, Lidl Trek, Human Powered Health, Uno X etc etc è stato un bell'indicatore del lavoro svolto.»
Lo staff della Montignoso Ciclismo a comandare le operazioni, Fabio Argentin con la sua competenza, la sua sponsorizzazione e la cura dei rapporti con le squadre: «Siamo riconosciuti tra le migliori organizzazioni a livello femminile - dice con orgoglio il nostro interlocutore - e attualmente siamo circa la 40^ corsa al mondo come valore, tra la quinta e la settima posizione prendendo in esame quelle di categoria .1».
Prossimo obiettivo World Tour? Qui Argentin ci stoppa: «Non sarebbe realistico, troppi costi. Di sicuro il bilancio del triennio è positivo e nel 2025 vi aspettiamo ancora a braccia aperte, siamo felicissimi di questo e vogliamo continuare così. Potessi fissare un obiettivo, al limite, sarebbe quello di migliorare la visibilità televisiva.»
Ultima domanda, di respiro più ampio data la sua esperienza su più epoche: dovesse individuare una differenza che rende più difficile fare ciclismo oggigiorno? Risposta: «Un po' troppa professionalizzazione, ragazzini fatti lavorare come professionisti e conseguente "perdita per strada" di alcuni talenti che magari hanno bisogno di più tempo per maturare. E i costi esorbitanti per fare una squadra World Tour: 30 milioni come minimo...»
[nella foto, Fabio Argentin accanto al podio del Trofeo Oro in Euro disputato domenica: dato che la Longo Borghini aveva entrambe le mani occupate da mazzi di fiori, lui ha avuto l'onore e l'onere di reggere il trofeo]