Diego Ulissi ha cominciato la sua 15ª stagione da professionista. 15 stagioni vissute sempre nel WorldTour, 15 stagioni con la stessa squadra, prima Lampre e ora UAE Team Emirates. 15 stagioni che gli hanno fruttato 45 vittorie complessive e un ruolo in gruppo che è andato evolvendosi col passare del tempo, da giovane promessa a corridore garanzia di risultati, fino a diventare uno dei più esperti del lotto, senza perdere quella competitività che lo ha sempre contraddistinto fin da ragazzino.
In casa UAE solo il norvegese Vegard Stake Laengen è più “vecchio” di lui, ma ciò non ha impedito al corridore toscano di cominciare la stagione gomito a gomito con ragazzi mediamente 10 anni più giovani di lui, chiudendo al 4° posto il Tour of Oman 2024 dopo aver corso soprattutto in appoggio al vincitore Adam Yates (che ha fatto il record di scalata sulla Green Mountain) e a Finn Fisher-Black. «È stata una settimana splendida per noi - spiega Ulissi -. Io avevo cominciato la stagione già in Australia, ogni anno è più dura trovare il ritmo giusto, le stagioni che passano le avverto, ma tengo botta. Ultimamente sono sempre riuscito a partire abbastanza forte, l’importante è avere alle spalle un inverno regolare per fare una base importante, perché poi sia fa presto ad arrivare ai grandi appuntamenti di marzo e aprile. In Oman stavo molto bene e sulla Green Mountain la performance è stata ottima (5°, meglio anche di Fisher-Black, ndr), prima ho tenuto alto il ritmo in gruppo e poi col mio passo sono riuscito a portarmi a casa anche un piazzamento personale che male non fa. Probabilmente sono andato anche più forte dell’anno scorso, ma stavolta arrivavamo da una settimana e da una tappa più facili, quindi è difficile fare comparazioni. L’importante è sentire che la gamba gira e direi che da questo punto di vista ci siamo. Alla soglia dei 35 anni per me è un orgoglio essere ancora qui a giocarmela».
Dal 2010 ad oggi, ovvero da quando è professionista, Diego è sempre andato a segno, non mancando mai l’appuntamento con almeno una vittoria stagionale: «Vincere non è e non può essere il mio obiettivo principale, anche se ovviamente sono numeri che fanno piacere e sicuramente anche quest’anno se ci saranno occasioni cercherò di sfruttarle. Sono in una squadra fortissima, che ogni anno che passa aggiunge un mattoncino, e lavorare per alcuni capitani è solamente un piacere. Per la squadra sono importanti i punti, abbiamo un primo posto nel ranking da difendere, e spero di dare il mio contributo».
La UAE si sta allevando in casa tantissimi ragazzi con potenzialità enormi, a partire da Isaac Del Toro, che con Diego era al Down Under, e Finn Fisher-Black, vincitore della Muscat Classic e 3° in Oman. «Sia uno che l’altro fanno parte di questa nuova nidiata di ragazzi già pronti, eccezionali, che ogni anno sembrano aumentare. Sono forti, hanno già vinto, ma in squadra ne abbiamo veramente tanti di talentuosi che già quest’anno si toglieranno delle belle soddisfazioni».
Anche Ulissi, come loro, a 21 anni era già competitivo. Al primo anno da pro vinse il GP Industria & Commercio di Prato, al secondo una tappa al Giro d’Italia. Si può quindi avere una carriera lunga anche cominciando a vincere così presto? «È difficile dare consigli da questo punto di vista, perché il ciclismo è cambiato molto, a partire dagli allenamenti, e “preservarsi” è difficile - spiega ancora Ulissi -. Secondo me finché stanno bene, sono freschi, si divertono e vanno forte, fanno bene a provare a vincere tutto quello che possono. Poi quanto durano, durano, anche perché questo ciclismo non aspetta nessuno».
La stagione di Ulissi continuerà con Faun-Ardèche e Faun Drome, dopodiché ci saranno Trofeo Laigueglia, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo. «Come avevo detto a dicembre, al momento in calendario non ho Giro d’Italia o Grandi Giri. Però le cose possono anche cambiare. Vedremo…».