Francesco Busatto non ha vinto molto in carriera, anzi, ha cominciato a farlo solo l’anno scorso, ma questo non gli impedisce di pensare da vincente. E fa bene a farlo, perché il suo 2023 è stato quello di un talento pronto a sbocciare, con la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi U23 e del Campionato Italiano U23, e un totale di 21 piazzamenti in Top 10 tra gare e under e professionistiche, nonostante professionista non lo fosse ancora. Ora lo è, con la maglia della Intermarché-Wanty, e i segnali incoraggianti continuano ad esserci: l’altro ieri ha chiuso 5° la Muscat Classic.
Francesco, come gira la gamba?
«Ho cominciato a Maiorca, mi sentivo abbastanza bene ma sono caduto il primo giorno e si è riacutizzato un problema al tendine d’achille che mi portavo dietro da un po’ di tempo. Nelle ultime due settimane non avevo sensazioni troppo buone in allenamento, ma il piazzamento alla Muscat Classic mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo, così male non sto».
Da cosa è nato il problema al tendine?
«Ho sbagliato qualcosa nel settaggio della posizione in bicicletta perché ho cambiato le scarpe e probabilmente le tacchette non sono state messe al meglio. Ora però sono tornato alla vecchia posizione e direi che l’allarme è rientrato. Alla Muscat stavo bene, ero coi primi in salita, forse potevo puntare a qualcosa di più, potevamo rendere la corsa più dura e staccare quei velocisti che poi mi sono arrivati davanti, ma col senno di poi è sempre più facile e per ora va bene così. Al Tour of Oman arrivano due belle tappe adatte alle mie caratteristiche, quella di oggi con arrivo a Qurayyat e la quarta di Yitti Hills. Voglio far bene».
Che effetto fa essere ufficialmente un professionista?
«Per me cambia poco, alla fine l’anno scorso ho corso tanto coi grandi quindi l’ambiente lo conosco già e mi sono già adattato. Certo, rispetto ad un anno fa sento un po’ più la pressione, ma sono comunque un primo anno e so di dover maturare».
La cosa impressionante del 2023 è che sei andato forte da febbraio ad ottobre.
«La scorsa stagione l’abbiamo studiata bene, sono riuscito a riposare quando dovevo e alla fine sono rimasto competitivo tutto l’anno. Certo, non nego che a fine stagione mi sarebbe piaciuto rimanere fermo una settimana in più, ma in questo ciclismo, con un calendario così fitto, non puoi più permetterti di stare un mese senza bicicletta».
Dove prevedi di avere il picco di forma quest’anno?
«Il primo conto di averlo già ora, per Trofeo Laigueglia e Strade Bianche, che saranno le mie prossime gare, poi voglio essere al top per le Ardenne, poi per Giro di Svizzera e Campionati Italiani, e poi magari a fine anno, c’è il Mondiale di Zurigo dove mi piacerebbe andare, quindi le prove canadesi e Il Lombardia».
Hai Grandi Giri nel menù?
«Non sono previsti Grandi Giri nella mia stagione. Come primo anno rimarremo un po’ più tranquilli, cercando di creare quel motore che magari il prossimo anno possa permettermi di puntare a qualche tappa di un GT».
L’impressione è che tu non ti voglia accontentare di fare solo esperienza quest’anno…
«Beh vedo tutti questi ragazzi della mia età andare forte e vincere, e mi piacerebbe essere tra questi. È una pressione che mi metto da solo, ma vorrei essere già davanti, anche magari in qualche gara importante. So che che ho tanto da lavorare, ma la squadra crede in me e avrò le mie opportunità, come successo alla Muscat».
La Liegi U23 è stata la tua prima vittoria di sempre. Sei pronto a testarti in quella dei grandi?
«Certo, ma non quest’anno. Farò solo Brabante, Amstel e Freccia Vallone, perché poi andrò al Romandia. Per essere competitivo dovrò avere la migliore gamba della stagione. Spero di avercela».