Ci sono situazioni, nello sport, che sfidano le leggi dei grandi numeri e tirano fuori più campioni da territori di dimensioni limitate. Il ciclismo sta vivendo in particolare il boom della Slovenia, un Paese più piccolo della Lombardia che è stato in grado di "produrre" un Tadej Pogacar e un Primoz Roglic. Frutto soprattutto di una seria programmazione scolastica per spingere i più piccoli ad abbracciare lo sport nelle loro vite.
Giocando un po' su queste curiosità statistiche, notiamo che l'Italia ha avuto e ha almeno un paio di piccolissime "Slovenie" che in pochi chilometri quadrati ed esiguo bacino demografico hanno generato grandi nomi ciclistici. Il caso più clamoroso è Palù di Giovo: uno dei tipici, incantevoli, borghi del Trentino, dove la popolazione si conta non a migliaia bensì a centinaia. Palù è stata la culla della dinastia dei Moser, e già questo potrebbe essere abbastanza, ma anche del loro lontano cugino Gilberto Simoni.
Di pari passo con la crescita del movimento femminile, poi, c'è un paesino che sta provando a fare concorrenza. Ci spostiamo lievemente in basso sulla cartina geografica e nell'altimetria, fino alle pianure cremonesi: a San Bassano, duemila anime o poco più, a quasi sette anni di distanza l'una dall'altra sono nate Marta Cavalli e Federica Venturelli, due tra le donne di maggior talento (e testa sulle spalle) del decennio ciclistico italiano. Nessuna parentela stavolta: solo una conoscenza reciproca delle famiglie, che ha tutti i presupposti per intensificarsi negli anni a venire in giro per le gare.
Grazie alle vostre segnalazioni, aggiungiamo doverosamente Solarolo, in provincia di Ravenna, che negli anni Sessanta (una decina d'anni prima di Laura Pausini) ha visto emettere i primi vagiti Davide Cassani e Fabiano Fontanelli. In tempi più remoti, inoltre, è stato solarolese Giuseppe Minardi. E in decenni più recenti, Filippo Savini e Alberto Contoli. Mica male!
E voi, cari lettori, avete da segnalarci altre Palù, San Bassano e Solarolo?