Prima di ripresentarsi davanti alle telecamere si sono presi un caffè, o meglio, Saronni ha preso un caffè, Moser un Crodino: meglio non confondersi. Si sono ritrovati dopo mesi di gelo e rancore, per le parole spese sul Corriere della Sera, sulla loro eterna rivalità, su quelle differenze caratteriali che ci sono e non hanno mai celato. Per quel modo di presentarsi: uno schietto, l’altro franco. Uno ruvido, l’altro scaltro. Uno tanta forza, l’altra tanta testa. Entrambi però campioni di prima grandezza, che ci hanno costretto a parlare di loro ancora oggi. Nessun abbraccio, solo sorrisi e l’impegno di rivedersi, solo tra loro, per chiarirsi, per dirsi cose che è giusto che si dicano e che restino “nello spogliatoio”.
A 35 anni dall'ultima sfida su strada e a 232 giorni da un duello verbale (sul Corriere della Sera), come scrive sempre oggi sul Corrierone Marco Bonarrigo, Beppe e Francesco si sono ritrovati in terreno neutro. Nella sede Rai di Corso Sempione, negli studi di Radiocorsa, la trasmissione condotta da Andrea De Luca. Il pacificatore Beppe Conti, che di Francesco è stato il cantore e di Saronni oggi è l’autore di “Saronni, Godwood e le altre verità”.
Il patto era: vediamoci ma lasciamo da parte le vecchie ruggini. Così si è parlato di qui caratteri così diversi e infiammabili, con Saronni divertito che candido confermava: «a lingua lunga, ero giovane, dicevo apposta cose cattive per innervosirlo. Era una tattica, tutto faceva gioco per poterlo battere». E il trentino di rimando: «Certo che mi innervosivo, specie quando diceva cose non vere».
Deposte le armi, un momento intimo. Saronni: «Eravamo troppo diversi, andare d'accordo era impossibile». Moser: «Se non ci fossimo fatti male a vicenda avremmo vinto molto di più».
Poi però Saronni, in attesa di incontrarsi con l’eterno rivale, allunga una carezza. Rende l’onore delle armi al grande campione trentino. «Quando ho vinto il Mondiale a Goodwood ricordo che tu, che eri un mito, a un certo punto mi hai guardato come per dire: adesso tocca a te, vai e vinci. Beh, ho apprezzato». Ha apprezzato anche Moser.