Qualche giorno fa ci aveva incuriosito leggere che Nicolas Marini era tornato a vincere al Tour of Tea Horse Road, in Cina, nella provincia del Sichuan. Con lo scoppio della pandemia, del bresciano di Provaglio d’Iseo avevamo un po’ perso le tracce, complice il suo ritiro dalle scene professionistiche. Dopo 3 anni alla Nippo-Vini Fantini, mezza stagione alla MsTina-Focus di Stefano Giuliani, e un altro anno alla cinese Tianyoude Hotel, conditi da vittorie di tappe in quasi tutte le corse cinesi, dal Qinghai Lake al Taihu Lake, passando per il China I e il China II, Marini ha deciso di cambiare vita a nemmeno 27 anni.
«Con il covid per me non si sono presentate più possibilità e, sinceramente, mi ero anche stufato di fare il corridore professionista - ha spiegato a Tuttobiciweb -. Potevo firmare con una Continental europea, ma ero arrivato ad un’età in cui dovevo capire cosa voler fare del mio futuro, e non mi vedevo più corridore».
Le tante trasferte in Cina e la visibilità guadagnata a suon di vittorie, però, le ha fatte fruttare. Ha conosciuto la giornalista sportiva Chen FangNing e la sua agenzia BunnyHop Sports&Media e con lei ha pensato e progettato un modo per aiutare il ciclismo cinese, facendo valere la sua esperienza ciclistica maturata nel corso di tanti anni ad altissimi livelli. «Durante il lockdown abbiamo tenuto un po’ di lezioni telematiche sui social cinesi per tutti quelli che avevano voglia di approfondire gli aspetti più tecnici della bicicletta e del ciclismo e poi dal 2021 ho cominciato ad allenare, sempre a distanza, un gruppo di ragazzi. Da febbraio 2023, appena hanno riaperto i confini, sono volato in Cina e ho avviato ufficialmente il progetto della Nicolas Marini Training Academy».
La NMTA con cui ha vinto la tappa l’altro giorno nella Tea Horse Road, quindi, non è altro che la squadra fondata da lui. «La cultura ciclistica sta crescendo molto, ci sono sempre più appassionati che vogliono migliorare le loro performance ed essere allenati seriamente - continua Nicolas, che sarà impegnato con la corsa di 9 tappe fino a domenica -. Con il gruppo di ragazzi che compone la NMTA è quello che sto cercando di fare e per questo, ogni tanto, ci iscriviamo a qualche gara amatoriale o dilettantistica, come successo alla Tea Horse Road. Sia chiaro, non voglio che si parli di un mio ritorno alle gare, perché il mio obiettivo è un altro. Partecipo in modo da guidare i ragazzi in gara e insegnare loro il più possibile dall’interno. In questi giorni i corridori del nostro team un po’ più forti sono stati rallentati da infortuni, così è toccato a me provare a portare a casa dei risultati per avere un po’ di visibilità e attirare qualche sponsor in vista delle prossime stagioni. Nell’ultimo anno ho pedalato solo 6 mila chilometri, quello che i professionisti fanno in due mesi, e prima di questa corsa, addirittura, sono stato 10 giorni senza uscire perché sono venuti i miei genitori a trovarmi. Bene o male, anche se sono fuori forma, lo spunto veloce è rimasto buono e le tappe brevi e pianeggianti mi permettono ancora di dire la mia».
Il progetto, quindi, è solo nella sua fase embrionale, visto che Nicolas sta lavorando per renderlo sempre più strutturato. Il primo obiettivo è quello di ottenere il visto lavorativo, in modo da poter programmare a lungo termine ed evitarsi tante noie burocratiche e legali che, si sa, in Cina sono chiare e precise. E poi imparare la lingua: «Sto prendendo lezioni, non è facile, ma pian piano miglioro. Intanto ho già preso la patente, riesco a muovermi senza problemi e questo è fondamentale per poter andare alle varie gare ed eventi, dove spesso devi guidare per giornate intere. Per quanto riguarda la NMTA il prossimo passo è capire se vogliamo continuare a dare maggior spazio alla Training Academy, quindi i vari ritiri per allenamenti e la partecipazione a eventi amatoriali, oppure strutturare la squadra in maniera un po’ più seria e quindi a girare di più sulle gare. Tra una decina di giorni finisce la stagione e ne parlerò con gli sponsor che ci hanno supportato in questi mesi, così da capire bene quale direzione preferiscano prendere loro».
Sul ciclismo in Cina “ci sarebbe da discuterne per ore”, ma Marini avverte che il movimento è in crescita e prima o poi si affaccerà anche a buoni livelli sul piano internazionale. Lui sarà lì per dare una mano: «Il mio futuro è qui in Cina, il progetto sta crescendo e sto diventando anche un po’ popolare. Ho vinto un paio di gare amatoriali piuttosto famose e hanno cominciato a chiamarmi ‘Maestro’. Quando sono venuto qui per la prima volta nel 2015, per il Qinghai Lake, mai avrei pensato che un giorno ci avrei vissuto. E invece…».