Il Tour, fin qui, piace eccome. È uno spettacolo planetario che riempie le strade (anche fin troppo…) e catalizza le attenzioni davanti alla tivù e non solo. Ieri su “La Repubblica” è lo stesso Antonio Dipollina, critico televiso di lungo corso a esaltare la Grande Boucle. «Se si escludono gli scontri a cornate, in ogni senso – scrive Dipollina -, di Temptation Island e qualche resistente serata di canzonette e tormentoni, la tv che nobilita l’estate in corso è quella sintonizzata sulle strade di Francia, possibilmente quelle che salgono (ma quando ci sono discese decisive aumentano spettacolo e adrenalina). Il Tour de France di ogni pomeriggio su Rai 2 — e per gli impallinati veri c’è anche l’allegra banda di commentatori di Eurosport, in pay tv — raccoglie ascolti impensabili, per certi arrivi si va al 20% e tutto testimonia del regime ipnotico che il ciclismo migliore del mondo, e organizzato idem, riesce a instaurare».
E ancora: «In teoria, in una simile condizione, alla tv si radunano solo gli appassionati: invece la platea è più larga, con il ciclismo moderno che vive soprattutto delle tecniche di ripresa, quasi una competizione a parte. Poi c’è una rivalità a due di corridori tra i migliori del mondo: una cosa che il Giro d’Italia si sogna da tempo. Pazienza se certa stampa, anche quella assai benevola con le due ruote a trazione umana, affaccia ipotesi sospette ogni volta che Pogacar scatta su un tornante micidiale e Vingegaard, attuale maglia gialla, si alza subito sui pedali e gli corre appresso come se fossero nel corridoio di casa: lo spettacolo c’è, ed è assai televisivo. Da questo punto di vista c’è parecchia modernità in ballo e il puro show che tutti comprendono (i due pedalano e cercano di superarsi, niente di più immediato) ramazza anche molti spettatori altri. Oggi, dopo la giornata di riposo, si riparte per la terza e ultima settimana, più che decisiva: se qualcuno dice che in tv fino a domenica c’è di meglio da guardare, sta bluffando alla grande».
Bene, dalla Francia arrivano anche numeri che ne certificano il successo. L’atteso testa a testa tra Vingegaard e Pogacar nella quindicesima tappa sulla salita di Saint-Gervais ha tenuto incollati in Francia ben 8,7 milioni di spettatori. Si tratta di un picco ‘storico’, come confermato da France Télévisions: il precedente primato risaliva allo scorso anno con 8,4 milioni di spettatori durante dell’Alpe d’Huez. In media, nella giornata di domenica, 6,35 milioni di persone (per il 51,9% di share) ha seguito il successo di Wout Poels.
Nel mondo i numeri sono da capogiro, in Italia sono in ogni caso ottimi: Tour de France in diretta ha ottenuto 1.361.000, 13,77%; Tour all’arrivo 1.776.000, 18,51%; TouReplay 731.000, 7,81%.