Non siamo nemmeno a metà Tour de France 2023, eppure di carne al fuoco ce n’è già parecchia. Ad esempio, sappiamo già che dietro ai due mostri Jonas Vingegaard e Tadej Pogačar c’è un interessante drappello di corridori che punta al gradino più basso del podio, e tra questi quello che finora ha dato i segnali più incoraggianti è stato Jai Hindley.
L’australiano della Bora-hansgrohe ha vinto a Laruns con un’azione da lontano, istintiva ma estremamente efficace, ha indossato la maglia gialla per un giorno e poi si è forzatamente defilato per far spazio ai due grandi pretendenti alla Grande Boucle. Al 3° posto, però, c’è lui, con 1’42” di vantaggio sul 4° posto, occupato da Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers).
«Sono felice di come è andata finora - ha detto Hindley alla stampa durante il primo giorno di riposo -. Per me è il primo Tour e non sapevo cosa aspettarmi. Ho già vinto una tappa, ho indossato la maglia gialla, è sinceramente difficile crederci. Da adesso farò la mia corsa, cercando di godermela al massimo e provando a portare a casa il miglior risultato possibile. Pogačar e Vingegaard sono di un altro pianeta e rispetto a un paio di anni fa, a mio parere, corrono anche in maniera più intelligente, sanno quando esporsi e quando rimanere al coperto. Entrambi stanno correndo un gran Tour, supportati da squadre eccezionali».
Jai sa esattamente cosa vuol dire gestirsi nell’arco di tre settimane, anche se la pressione del Tour è un po’ diversa rispetto a quella trovata al Giro: «Sono corse differenti, al Tour c’è un movimento dall’esterno più poderoso. Ci sono media da ogni angolo del mondo e non necessariamente focalizzati sul ciclismo. Come sapete non amo le luci della ribalta e cerco di tenermi lontano il più possibile dai giornalisti, senza offesa per voi chiaramente (ride, ndr)».
Per come è andata questa prima parte di Tour, nelle prossime 12 tappe potrebbe cambiare ancora tutto: «Di solito col passare dei giorni sto sempre meglio, raggiungendo il top nella terza settimana, ma stavolta è stato necessario essere al top fin dall’inizio. Nessuno si è risparmiato, abbiamo già mostrato le nostre carte, andando a tutta ogni giorno, perfino nelle tappe per i velocisti. Ogni volta che ho potuto risparmiare delle energie l’ho fatto, perché a Parigi manca ancora tantissimo. Un’altra fuga? Sono 3° in classifica generale, non sarà facile avere il via libera, ma se dovesse venire a crearsi la situazione giusta ci proverei senz’altro. Le giornate decisive secondo me saranno la cronometro di Combloux e quella del giorno seguente di Courchevel, con il Col de la Loze».
Infine Hindley ha fatto un’analisi sui suoi avversari in ottica podio finale: «La Ineos ha una squadra molto forte, c’è un certo Bernal a fare da gregario. Rodriguez e Pidcock saranno due ossi duri da battere, ma occhio anche a Simon Yates che ha esperienza, ha già vinto un Grande Giro, e sta andando forte. Non posso però escludere nessuno, c’è anche la possibilità che qualcuno rientri in lotta con una fuga da lontano. Quindi occhi aperti fino alla fine».