Jai HINDLEY. 10 e lode. Entra nella fuga di giornata, quella dei 36, poi resta costantemente là davanti, con forza e lucidità. È al suo primo Tour de France, ma sembra già un veterano. Quattro partecipazioni al Giro, con un primo e un secondo posto. Ora l’esordio alla Grande Boucle, con il piglio dei grandi, con la determinazione di chi è consapevole del proprio talento, che non nasce per caso, che non nasce oggi, tutt’al più oggi si conferma e si consolida. Insomma, oggi Jai vince al Tour, ma vince un po’ anche il Giro.
Giulio CICCONE. 9. Un secondo posto che vale tantissimo, che lo proietta tra la meglio gioventù del Tour, ma lascia anche un po’ d’amaro in bocca, perché il Cicco potrebbe e avrebbe voluto anche collaborare un po’ di più, avrebbe voluto dare il proprio contributo a Vingegaard per provare a raccogliere il più possibile, ma dall’ammiraglia arriva un’indicazione: stai passivo, c’è anche domani. Il Cicco non la prende benissimo, ma è vero: c’è anche domani…
Felix GALL. 9. L’austriaco della Ag2r Citröen fa un corsone, dall’inizio alla fine. Tosto questo ragazzo, che si veste anche con la maglia a pois di miglior scalatore. A proposito: 28 punti per il 25enne austriaco, 19 per il nostro Ciccone.
Emanuel BUCHMANN. 9. Il 30enne tedesco mette in scena una grandissima corsa. Arriva con Vingegaard, confermando lo stato di grazia della Bora Hansgrohe, che oggi è davvero superlativa.
Jonas VINGEGAARD. 10 e lode. C’è poco da dire, se non ricordare quello che in più in un’occasione ho scritto: come scalatore puro il danese non ha rivali. Nemmeno il miglior Pogacar, che nelle precedenti edizioni del Tour, anche quelle vinte dallo sloveno, non è mai riuscito a staccarlo. Oggi dà nuovamente dimostrazione del proprio talento: non ci sono dubbi. Non ha vinto chiaramente il Tour, ma l’ha indirizzato.
Mattias SKJELMOSE. 6. Vive una giornata difficile il giovanissimo 22enne corridore danese, ma alla fine arriva pur sempre 6°. Perde 1’04” da Vingegaard, ma alla fine è sempre lì.
Daniel MARTINEZ. 6. Giornata tutt’altro che felice per gli Ineos che sono tenuti a galla dal 27enne colombiano.
Tadej POGACAR. 5,5. Colpito e affondato, sulla prima vera salita di questo Tour. Un’accelerazione di Kuss, il colpo del KO di Vingegaard. È chiaro che i due mesi senza competizione si fanno sentire, ma lo ripeto: in salita il danese è sempre stato superiore. Lui, in ogni caso, come sempre è da applausi per la sportività: «Oggi Jonas è stato semplicemente superiore, oggi mi sono mancate le gambe». Non cerca scuse: i veri campioni fanno così.
David GAUDU. 5,5. Tanta fatica, per provare a resistere, per provare a restare là davanti.
Michael WOODS. 5. Parte lento in questo Tour e oggi non è per nulla veloce.
Romain BARDET. 5. Messo al gancio quasi subito: giornata da mandare in archivio quanto prima.
Sepp KUSS. 10. Manda in ebollizione Tadej Pogacar, Vingegaard capisce tutto e lo tramortisce. Ma l’americano è tanta roba, e ce l’ha Jonas, ce l’aveva al Giro anche Primoz. Vorrà dire qualcosa…
Mikel LANDA. 4. Si stacca quando il gruppo dei migliori è ancora folto: dobbiamo dire altro?
Tom PIDCOCK. 4. Decantato come un piccolo prodigio, forse bisognerebbe aspettare prima di dare la patente di fuoriclasse.
Egan BERNAL. 5. È chiaro che dopo quel grave incidente non è più lo stesso, non è più lui. Oggi esce di scena quasi subito, ma non è il solo.