Nella carovana rosa ci sono tanti personaggi interessanti, ognuno con la sua storia e il proprio legame con il ciclismo. Quello che più ci ha colpito in questo avvio di Giro d'Italia è Peredur ap Gwynedd, commentatore della TV gallese, che per la prima volta nella storia ha mandato degli inviati on site per seguire le gesta di Geraint Thomas.
Perry è un chitarrista di fama mondiale, è uno dei membri della band australiana rock/elettronica Pendulum, ha suonato per star internazionali del calibro di Anastacia e Natalie Imbruglia, ma è anche un grande appassionato e intenditore di ciclismo. Ce lo conferma l'amico Manuel Quinziato, con cui in questi primi giorni in Abruzzo sta testando e apprezzando moltissimo le prelibatezze locali.
«In Galles il rugby è lo sport nazionale, l'unica gara di ciclismo trasmessa in tv quando ero bambino era la Milk Race, antenata del Tour of Britain. La seguivo e mi sembrava qualcosa di strano e di curioso, ho iniziato a pedalare solo pochi anni fa grazie a una vacanza a Bali con mia moglie, ma tra un concerto e l'altro amo andare alle corse e occuparmi di ciclismo agonistico» ci racconta Perry mentre si accinge a commentare la seconda tappa del Giro 106, il suo quinto da commentatore.
«Ho raccontato anche 10 Tour de France, ero fisicamente a Parigi quando G (Thomas, ndr) ha vinto la maglia gialla nel 2018, la bandiera del Galles che ha portato sul podio degli Champs-Élysées era la mia. Me la chiese Dave Brailsford, fu un'emozione pazzesca. Se riuscisse a fare altrettanto a Roma indossando la maglia rosa sarebbe meraviglioso ma per scaramanzia meglio non dire nulla. Il mio pronostico per la classifica generale? Prima del via mi sono sbilanciato così: Roglic, Evenepoel e Kämna».