Abbiategrasso si fa bella, anche se è già bella. Fervono i preparativi in questa fertile terra, operosa e orgogliosa di ospitare uno dei monumenti del ciclismo mondiale, uno dei cinque. Abbiategrasso non insegue Milano, tutt’al più insegna. E lo fa bene. Lo farà bene e lo si vede già, lo si percepisce per la passione e l’amore che ci sta mettendo, con la sua festa per San Giuseppe e la festa per la Classicissima che è foriera di Primavera.
Mostre e colori, foto e collezioni: Abbiategrasso è giorni che sta parlando di Sanremo per Sanremo e più di Sanremo. Lo fa con discrezione e la voglia di stupire, con la compostezza di una cittadina orgogliosa e mai spocchiosa. Sempre pronta e disponibile, come quando nel 2020 per condizioni meteo estreme (la tappa dovera ripartire da Morbegno per Asti, ndr) in un amen la cittadina abbiatense si mise a disposizione per far in modo che la carovana rosa riprendesse il proprio cammino proprio da Abbiategrasso, davanti allo storico stabilimento Mivar, grazie ad una pronta intuizione di Stefano Allocchio, il direttore di corsa della corsa rosa.
Sabato 18 marzo andrà in scena l’edizione numero 114. Per la prima volta dal 1907, la partenza non sarà nel capoluogo meneghino: il via alle 9.55 ad Abbiategrasso. Cambiano i primi 30 km fino a Pavia, poi si riprende il tracciato storico: Turchino, Capi, Cipressa, Poggio, arrivo in via Roma (294 km). Uno in più della scorsa edizione, che resta quindi la corsa più lunga del mondo, nel Paese più bello del mondo. E, udite udite, torna la presentazione delle 25 squadre e dei 175 corridori in piazza: appuntamento al Castello Visconteo di Abbiategrasso venerdì alle 16.30 (ultima volta nel 2007, per i Cento anni della Classicissima, nell’Ottagono di Galleria Vittorio Emanuele II, per volere del direttore del Giro Angelo Zomegnan e l'assessore allo sport di Milano, Giovanni Terzi). Come accadeva tanti anni fa, come accade ogni anno in tutte le altre Monumento “forestiere”. Qui ci ha messo del suo Paolo Bellino (nella foto con Alessio Cremonese, amministratore delegato della Sportful, ndr) direttore generale e amministratore delegato della Rcs Sport, che si è chiesto: perché noi no? Perché noi non più? La risposta l’ha trovata da solo e non solo, semplicemente facendo inserire una piccolissima clausola nel regolamento della corsa. Alla vigilia della Sanremo le squadre devono sfilare in una presentazione pubblica. Lo faranno in un Castello, che è pur sempre il luogo ideale delle fiabe e la Sanremo è una fiaba. Resta quel racconto ideale e fanciullo che da una vita ci portiamo dentro e che sa di zucchero filato e di mare.