Tornano di scena i velocisti nelle ultime due tappe della Vuelta a San Juan ed è chiamato a battere un colpo Elia Viviani. Il veronese del Team Ineos finora ha raccolto qualche piazzamento in Argentina e ieri ha lavorato sodo per la squadra, ma scalpita per tornare ad alzare le braccia al cielo.
«I primi sprint dell'anno sono andati bene. Quello che ha decretato la prima tappa è stato il più veloce, nel quale ci siamo trovati tutti in fila indiana e sostanzialmente nessuno si è mosso dalla posizione in cui era partito. Il secondo vinto da Jakobsen su Fernando è stato caratterizzato dal vento in faccia, che ha fatto vedere i valori in campo. Nel terzo siamo stati anticipati da Quinn Simmons e nella quarta tappa Fernando Gaviria ha dimostrato di essere tornato ad alti livelli, da come lo vedevo pedalare ero certo che avrebbe fatto sua almeno una tappa» analizza il 33enne di Isola della Scala.
«I più in palla finora sono stati Sam Bennett e la Bora Hansgrohe, con un van Poppel che fa paura, Fabio Jakobsen e la Soudal Quick Step che sono una certezza, Fernando Gaviria tornato super con la Movistar. Io? Sto abbastanza bene. Nel primo sprint sono partito troppo indietro, nel secondo potevo fare qualcosa meglio, nella terza tappa il finale è stato più duro del previsto con il bell'attacco del giovane americano in forza alla Trek-Segafredo, nella quarta la salita e il ritmo a cui è stata affrontata mi ha tagliato fuori dai giochi insieme a tanti altri velocisti puri. Prima della fine della corsa voglio ottenere qualcosa di importante, oggi e domani ci aspettano due frazioni per velocisti».
Come un attaccante ha bisogno di fare goal, così uno sprinter per sbloccarsi deve vincere una volata. «Per i velocisti gli obiettivi importanti verranno più avanti, ma è fondamentale vincere a inizio stagione. Riuscirci dà la conferma di aver trascorso un buon inverno e fiducia che sarà un anno positivo. Purtroppo non possiamo vincere tutti perchè ci sono tanti sprinter forti, qualcuno dovrà per forza tornare a casa a mani vuote, spero di non essere io» confida Elia che nel corso di questa stagione punta forte alla Milano-Sanremo e alla Gand Wevelgem.
«Per come è andata negli ultimi anni più realisticamente posso ambire alla seconda più che alla prima, la Classicissima resta il mio sogno anche se è sempre più dura. Alla fine sono i corridori a fare la corsa quindi mai dire mai. L'obiettivo per me nel 2023 è tornare a vincere nel World Tour e un numero di gare adeguato per un velocista del mio calibro quindi se riuscissi a portare a casa 6/7 corse all'anno sarebbe una stagione ben riuscita. Lavoriamo sul numero ma anche sulla qualità» continua mentre con a fianco Filippo Ganna si spalma la crema solare per proteggersi dal sole argentino che come ogni giorno “picchia” duro.
Una novità rispetto alle passate stagioni è la fede che porta al dito dopo il matrimonio con la collega e compagna di sempre Elena Cecchini: «Ci ho messo un po' ad abituarmi perchè non ho mai portato anelli, Elena mi fa notare che ci gioco spesso. Il 22 ottobre scorso è stato un giorno bellissimo. In corsa non cambia molto rispetto ai tanti anni di fidanzamento, per il resto avverto solo un pizzico di responsabilità in più».