Aveva smesso di gareggiare, ma non di pedalare. La sua ultima gara è stata la Veneto Classic, ma Davide Rebellin non aveva alcuna intenzione di appendere la bici al chiodo. Aveva tanti progetti in ballo, come ci aveva raccontato nel podcast BlaBlaBike, e questa mattina era uscito nonostante il freddo semplicemente perchè la bici era la sua più grande passione. Purtroppo proprio in sella alla sua adorata compagna di una vita ha trovato la morte, diventando l'ennesima vittima della violenza stradale. Una strage che non fa distinzioni d'età, sesso, popolarità, capacità di guidare il mezzo e che in Italia non sembra avere fine.
Quella di Davide Rebellin, morto questa mattina in un incidente stradale dopo esser stato travolto da un camion mentre si stava allenando sulle strade di casa, è solo l'ultima delle tragedie che hanno colpito il mondo del ciclismo. Da Fabio Casartelli a Wouter Weylandt, fino a Serse Coppi e Andrei Kivilev, è lunga la lista dei corridori che hanno perso la vita in sella alla propria bicicletta.
Nel 1935 lo spagnolo Armando Cepeda muore cadendo in un burrone durante il Tour de France. Nel 1951 Serse Coppi, fratello di Fausto, è vittima di un incidente mortale in occasione del Giro del Piemonte a causa di una caduta nell'ultimo chilometro. Nel 1967 l'inglese Tom Simpson muore al Tour de France per arresto cardiaco sul Mont Ventoux. Nel 1984 Joachim Agostinho, icona del ciclismo portoghese, muore una decina di giorni dopo una caduta rimediata al Tour d'Algarve per aver colpito un cane. Tre anni più tardi Vicente Mata viene investito da un'auto a Benidorm in occasione del Trophée Luis-Puig. Sei giorni dopo Michel Goffin muore per una caduta in una discesa del Tour di Haut Var.
Nel 1995 Fabio Casartelli, campione olimpico di Barcellona e compagno di squadra di Armstrong alla Motorola, muore durante la 15/a tappa del Tour de France sulla discesa del Portet-d'Aspet. Nel 1999 lo spagnolo Manuel Sanroma perde la vita per una caduta durante il Giro di Catalogna. Nel 2003 il ciclista della Cofidis Andrei Kivilev cade nel finale della seconda tappa della Parigi-Nizza riportando una frattura dell'osso frontale con danni cerebrali. Muore la mattina dopo. Nel 2005 Alessio Galletti viene colpito da un arresto cardiaco fatale in Spagna durante la Subita al Naranco. Nel 2006 lo spagnolo Isaac Galvez colpisce una balaustra durante la sei giorni di Gand dopo un contatto con il belga Dimitri De Fauw. Muore durante il trasferimento in una clinica.
Nel 2010 Thomas Casarotto finisce contro un'automobile durante il Giro del Friuli. Muore qualche giorno dopo in ospedale. Nel 2011 il belga Wouter Weylandt (Leopard-Trek) muore al Giro d'Italia nella terza frazione sbattendo contro un muro dopo una caduta nella discesa di Passo del Bocco, a circa 25 km dall'arrivo. Nel 2016 Antoine Demoitié, ciclista belga del team Wanty-Groupe Robert, viene colpito da una moto durante la classica Gent-Wevelgem e muore nella notte. Nel corso della stessa stagione Daan Myngheer, giovane corridore belga, muore in ospedale ad Ajaccio dove era stato ricoverato qualche giorno prima per un infarto che l'aveva colpito durante la prima tappa del Criterium International.
Nel 2017 Michele Scarponi muore in un incidente stradale dopo esser stato investito a un incrocio da un furgone mentre si stava allenando sulle strade di casa. Dopo l'acquila di Filottrano il mondo del ciclismo piange tanti altri campioni giovani, tra i quali ricordiamo Silvia Piccini, e meno giovani. Oggi a questo tremendo elenco purtroppo dobbiamo aggiungere il nome di Davide Rebellin, investito da un camion mentre era in sella alla sua bicicletta lungo la strada Regionale 11, a Montebello Vicentino, in provincia di Vicenza.