I PIU' LETTI
COVI, UN PUMA IN CIMA AL GIRO
di Giulia De Maio | 25/06/2022 | 08:17

Vincere non è mai facile, riuscirci in grande stile è davvero raro, farlo sembrare naturale è per pochi eletti. In una manciata di faticosissime ore Alessandro Covi ha conquistato la Cima Coppi del Giro d’Italia 105, si è imposto nella tappa regina e ha riscattato la UAE Emirates che ave­va dovuto rinunciare al proprio leader a tre giorni dal traguardo di Verona. Il 23enne varesino, dopo aver sfiorato il successo in rosa due volte l’anno scorso, in questa edizione è riuscito a centrare il bersaglio grosso su una salita mitica con cui aveva un conto in sospeso.
Il successo non gli ha dato alla testa, tutt’altro. Quando lo raggiungiamo al suo rientro a Taino, è il ragazzo di sempre dai modi gentili e la battuta brillante, comprensibilmente stanco dopo tre settimane “a tutta” su e giù per il Bel Paese, ma già pronto per in­seguire nuovi obiettivi.

Come è stata l’accoglienza?
«Calorosa. In Municipio è stato organizzato un incontro da Il Puma di Tai­no fan club, in piazza ho salutato i tifosi, è stata affissa una mia gigantografia a braccia alzate in cima al Passo Fedaia con scritto “Il Puma di Taino. Scattante come un felino sulla Cima Coppi, graffiante come un Puma sulla Marmolada. Grazie Ale!”. In realtà sono io a dover ringraziare chi mi sostiene. Mi sto go­dendo il momento, convinto che questo sia tutt’altro che un punto di arrivo. Dopo ogni obiettivo raggiunto se ne presentano di nuovi e io sto già pensando a quelli. Giovedì sarò in gara al Giro dell’Appennino. Sono stanco, co­me tutti i reduci dalla corsa rosa, ma con la squadra mi ero preso l’impegno e io sono uno che li rispetta».

Perché il Puma di Taino?
«Quando ero Under 23, i compagni avevano cominciato a darmi questo soprannome buffo. Un gioco, poi è piaciuto ed è diventato ufficiale, anche come logo del fan club. Il puma ce l’ho anche tatuato, è un animale non comune».

Almeno un po’ di baldoria l’hai fatta?
«Non molta per la verità perché domenica ero morto. La sera prima avevo dormito due ore appena per via dell’emozione e tutto ciò che segue una vittoria così importante, quindi ho riposato più che potevo e lunedì mattina sen­za sveglia avrei dormito all’infinito. Tornato a casa è stato bello abbracciare parenti e amici, così come condividere un po’ dei cimeli portati a casa dal Giro con i tifosi. La sede del mio fan club a Taino è ancora un po’ vuota, per ora c’erano i trofei delle vittorie in Spa­gna di inizio anno, le prime tra i professionisti che ho colto alla Vuelta Mur­cia e in una tappa della Vuelta a Andalucia, ma dopo la ventesima frazione della corsa rosa aumenterà il va­lore di ciò che è esposto. L’idea è pia­no piano di riempire ogni angolo».

Cosa ti sei concesso?
«Non avevo desideri particolari. Anche quando gareggio non mi do troppi limiti. Io mi diverto alle corse, mi godo la vita andando in bici, non mi sottopongo a sacrifici estremi, non fanno per me. Non c’era un piatto che sognavo durante il Giro (il suo preferito è il kebab, ndr) né nulla che mi mancasse in modo particolare. Mi ritengo fortunato, da quando sono passato professionista sto vivendo il mio sogno ogni giorno».

Ti sei reso conto di aver realizzato un gran numero?
«Ci ho messo un po’ a metabolizzarlo. La soddisfazione ho cominciato ad as­saporarla ai 200 metri. Quando ho vi­sto che Domen Novak aveva 100 metri di svantaggio ho pensato “Beh, manca poco. Come fa a venirmi a prendere?” Gli ultimi secondi me li sono goduti. Ho attaccato a circa 55 chilometri dalla conclusione sul Pordoi (Cima Coppi). Dall’ammiraglia mi dicevano di andare a tutta, ma io ero già a tutta… Al limite dei crampi. Ma sapevo come gestirmi e sono riuscito a resistere al tentativo di rimonta del portacolori della Bahrain Victorious. Se anche mi avesse ripreso non l’avrei lasciato vincere. In fuga non aveva tirato un metro avendo alle spalle il compagno-capitano Mikel Landa. Non poteva vincere».

Te l’eri immaginata così questa vittoria?
«L’anno scorso al Giro fui secondo sul­lo sterrato di Montalcino, 3° sullo Zon­colan. Ci ero arrivato vicino, ma non abbastanza. La volevo da allora. L’an­no prossimo cercherò di vincere ancora la tappa più bella. Amo dare spettacolo. Al mattino, scherzando, avevo detto “vinco la Cima Coppi”, invece mi sono preso tutto. Ho corso come volevo, avevo avvisato i tecnici: “Farò quello che mi sento”. Sportiva­mente parlando finora è stato il mio giorno più bello».

Vincere il tappone per eccellenza a fine Giro non è da tutti. Per il futuro cosa ti lascia?
«La conferma che il lavoro paga. Sono stato due mesi fuori casa, allenandomi in altura a Sierra Nevada per migliorare ed essere utile ad Almeida, il nostro leader. Mi sono dedicato a lavorare per lui. Purtroppo è stato costretto a fermarsi a causa del Covid, nella sfortuna io ho avuto il via libera. Mi sono trovato in una fuga che è andata via di forza e, non avendo nessuno da aspettare, ho potuto giocarmi le mie possibilità. Le immagini della vittoria le riguarderò spesso ma spero sia solo la prima di tante. Dove posso arrivare? Non lo so, sono giovane ma di una cosa sono certo: dalle sconfitte si impara e io ho imparato da quelle dello scorso anno».

Con la Marmolada avevi un conto in sospeso.
«Nel Giro Under 23 del 2019 avevo perso il podio finale proprio sul passo Fedaia, che è una salita micidiale. In maglia Colpack avevo lasciato via libera ai colombiani. Finii quarto alle spalle di Andrès Camilo Ardila, Einer Rubio e Juan Diego Alba. Stavolta in­ve­ce sono riuscito a realizzare ciò che desideravo e mi sono riscattato con gli interessi. Sono sicuro che, oltre alla UAE Emirates, abbiano festeggiato le formazioni in cui sono cresciuto, dalla Cadrezzate da esordiente fino a quella con cui mi sono messo in luce al Giro Giovani 2018 e 2019 (che concluse in entrambe le occasioni come miglior italiano in classifica generale, ndr), per poi meritarmi il grande salto nel 2020».

Come avevi preso il ritiro di Almeida?
«Eravamo venuti per vincere il Giro con lui quindi è stato un colpo impressionante. Mi è dispiaciuto molto, ab­biamo un ottimo rapporto (Joao gli ha dedicato un tweet di incoraggiamento mentre Ales­sandro era all’attacco, in cui si diceva convinto che il compagno avrebbe vinto, ndr). Siamo giovani, abbiamo altri Giri davanti».

Questo Giro ha messo in luce tanti giovani di casa nostra.
«Oltre a me hanno vinto Dainese, Ol­dani, Ciccone e Sobrero, mi sembra un buon bottino. È vero che for­se in questa fase siamo un po’ carenti di corridori che possono lottare per la ge­nerale e sono quelli che ap­passionano di più il pubblico, ma è solo questione di tempo. L’anno scorso un azzurro ha vinto la Roubaix, trovo as­surdo dire che siamo finiti».

È stato l’ultimo ballo di Vincenzo Niba­li. Per te cosa rappresenta lo Squalo?
«Abbiamo un buon rapporto (e anche gli stessi procuratori, Alex e Johnny Carera, ndr), dall’anno scorso mi lega a lui una bella amicizia, che si aggiunge alla stima che già nutrivo nei suoi confronti. Mi fa piacere aver ricevuto i suoi complimenti e, questa è una battuta ovviamente, che non sia salito sul podio finale se no avrei dovuto pagare una cena a Davide Formolo. Avevamo scommesso e io, con tutto il bene che gli voglio, essendo molto realistico pensavo fosse impossibile raggiungere la top 3 a 37 anni, anche per un campione del suo calibro. In realtà ci è arrivato vicino, mi ha stupito, dimostrando una volta di più di essere un grande».

Siamo tutti alla disperata ricerca di un suo successore. Ti candidi?
«No (risponde secco, ndr). Quello che fanno i pretendenti alla classifica generale nei grandi giri è troppo duro, im­pressionante. Io non sarei in grado di essere ogni giorno “sul pezzo” e non sono uno scalatore, non ho le caratteristiche adatte. So che quando vinci una tappa in salita pensano tutti che sei uno che va forte quando la strada sale, ma non è così e le scorse settimane me lo hanno confermato. Quando dovevo aiutare Joao mi staccavo già da 30-40 corridori. Sono consapevole dei miei limiti, in salita faccio fatica, per questo devo anticipare. Io sono un passista ve­loce, vado forte sugli strappi secchi, posso dire la mia in arrivi di gruppo ristretto. Forse sono un uomo da classiche, da Ardenne, anche se non le ho ancora disputate. Spero di poter dire la mia un giorno in corse come Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Ba­stogne-Liegi».

La bici è una questione di famiglia in casa Covi.
«Mamma Marialisa Giucolsi è stata professionista così come suo fratello Roberto, mentre papà Andrea (che durante il lockdown gli ha trasmesso la passione per la chitarra, ndr) ha corso fino a dilettante. Lei ora si occupa della casa, lui lavora come ingegnere alla Nielsen. Ho una sorella più grande di me di un anno, Marina, che studia in Polonia dove papà lavora. Da piccolo i miei genitori mi hanno fatto provare tutti gli sport possibili. Mi sono cimentato con il tennis, l’atletica, lo sci e il nuoto, finchè un giorno mi hanno portato a vedere una gara di ragazzini vicino casa e io ho detto: “Questo è il mio sport. Perché loro sono in bici e io no?”. Così mi hanno portato alla Bot­te­ga del Romeo, conosciuto ciclista di Ispra (Va), amico di famiglia, che mi ha fornito le due ruote per tutte le categorie dei giovanissimi. Alla prima gara, avevo 6 anni e indossavo la maglia del­la Orinese, finii secondo dietro a un ra­gazzino che da lì in poi mi avrebbe battuto tante altre domeniche. Era decisamente più sviluppato di me, io ero così mingherlino... Ero l’eterno battuto, ma poco mi importava perché finita la gara c’era il panino con la salamella che mi aspettava».

Per il prosieguo della stagione cosa ti au­guri?
«Dopo l'Italiano staccherò un po’, per poi riprendere a San Se­ba­stian e puntare alle classiche di fine stagione in Italia. Spero di ripetere quanto di buono fatto vedere a fine 2021. La Tre Valli Varesine, essendo la corsa di casa, è quella per cui ho un pizzico di motivazione in più, ma voglio giocarmi ogni occasione che mi si presenterà. L’ho già detto e lo ripeto: sto già vivendo il sogno che avevo fin da bambino. Sono in gruppo e mi confronto con i migliori ciclisti al mondo, per me è già una favola. Da quando sono passato professionista più che una lista dei desideri ho una serie di obiettivi da raggiungere».

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Continua anche per il 2024 la partnership tra Alé, il celebre produttore veronese di abbigliamento da ciclismo di alta qualità e la UCI Track Champions League. Per l’evento Alé produrrà...

Quattro anni dopo aver fatto sensazione con i suoi primi occhiali intelligenti EVAD-1, JULBO ritorna con una nuova generazione ancora più innovativa: gli EVAD.2. Progettati per gli sportivi più esigenti che...

Solo la perfetta fusione tra tradizione e innovazioni tecnologiche può generare una meraviglia e questo è quello che accade oggi in occasione dei 70 anni di storia del marchio Colnago....

In vista delle feste il Centro Ricerche Mapei Sport ha preparato un grande regalo per gli sportivi: un nuovo servizio medico per gestire infortuni e patologie in acuto in tempi rapidissimi.Si tratta...

Siamo alla terza generazione e le nuove MAXXIS High Road III puntano decisamente al vertice della categoria road. Queste nuove coperture, interamente ripensate, portano ai massimi livelli quanto fatto già...

Nuove e affascinanti colorazioni accompagnano la nuova Dogma F1, un prodotto decisamente intrigante che rende disponibili le prestazioni elevate della serie F ad un pubblico più vasto. Nuove ...

ALÉ, il marchio di proprietà di A.P.G., ha rinnovato la sua partnership con la FFC, la Federazione Ciclistica Francese. In qualità di partner ufficiale e fornitore di abbigliamento tecnico della...

Unlimited Jacket è un prodotto pensato da Castelli per chi pratica gravel e non vuole mai fermarsi, anche quando le temperature cessano di essere invitanti. Questa giacca viene realizzata con...

Dopo tre anni di sviluppo e test sui campi di gara insieme a Lorena Zocca e Mirko Tabacchi, arriva sul mercato Navene, la nuova leggerissima sella proposta da Alpitude, azienda...

Dual Sport+ è l’e-bike pensata da Trek per tutti i ciclisti che sognano un mezzo versatile, leggero e dotato di una buona autonomia, insomma, la bici ideale con cui spostarsi...

SHIMANO e l’International Mountain Bike Association Europe (IMBA Europe), un collettivo che mira a far crescere il mountain biking promuovendo lo sport come accessibile, inclusivo e sostenibile dal punto...

I due capi che vi presento oggi sono la Equipe R Spring Fall LS Jersey S11 e l’equipe R Spring Fall Bib Short S11 fi-rmati da Assos, due prodotti che...

Pinarello, il marchio italiano di biciclette ad alte prestazioni, e Zwift, la piattaforma globale di fitness online per ciclisti, hanno svelato la loro ultima collaborazione nella vita reale che vede...

La nuova collezione di abbigliamento invernale prodotta da Campagnolo vi permette di raggiungere le performance prefissate in un bilanciato comfort termico e con tutto l’iconico stile del marchio. Si tratta...

Pinarello ha svelato le nuove caratteristiche colorazioni per la gamma NYTRO E, X Series e Crossista F, opzioni raffinate per il 2025 che potenziano e rinnovano l’estetica di queste bici.I...

Il nuovo dispositivo Bryton Rider S510 nasce direttamente dagli standard di eccellenza della Serie S e si tratta di un dispositivo ricco di funzionalità e davvero molto semplice da usare....

Il modello ROADR 900 lo abbiamo visto diverse volte indossato dagli atleti del Decathlon Ag2r La Mondiale Pro Team, occhiali eleganti e performanti che oggi vi propongo una una sontuosa...

Un accordo strategico quello siglato da Imatra e Garmin Connect per facilitare la produzione di Imatra Coin. Ora gli utenti potranno salvare le proprie ride registrate tramite il dispositivo Garmin...

Unire l’esperienza nell’innovazione tecnologica alla competenza nel campo della formazione, insieme al know-how maturato grazie alle attività imprenditoriali sul territorio: è questo il punto di partenza da cui nasce il...

Si parla di sterrato, ma quale specialità praticate? Cross Country, Trail, Enduro o Downhill? Vi serve più trazione o cercare velocità di rotolamento? Per tutte queste domande, una per volta,...

Visti i tempi sembra davvero difficile riuscire ad indossare l’outfit giusto per queste giornate autunnali, volte troppo fresche, in altri casi insolitamente calde e variabili. Le tecnologie proprietari di Q36.5®...

Zwift, la celebre piattaforma di fitness online per ciclisti lancia oggi 7 novembre la Zwift Camp: Baseline, un programma di formazione totalmente incentrato sulla determinazione del proprio stato di forma...

La nuova Pulsium lanciata da Lapierre in questi giorni è un progetto audace e moderno, una nuova bici da endurance dedicata non solo ai professionisti o ai ciclisti più esperti,...

Continua positivamente la collaborazione tra il marchio Castelli e Polartec®, una partnership che ha appena prodotto l’ultimo suo frutto con la nuova giacca Ultra Rain Cape. Impermeabilità senza eguali, versatilità e...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




I due capi che vi presento oggi sono la Equipe R Spring Fall LS Jersey S11 e l’equipe R Spring...
Visti i tempi sembra davvero difficile riuscire ad indossare l’outfit giusto per queste giornate autunnali, volte troppo fresche, in altri...
di Giorgio Perugini
I moderni impianti frenanti riescono ad offrire prestazioni davvero incredibili tanto da aver richiesto un nuovo stile di guida per...
di Giorgio Perugini
Topeak ha recentemente inserito nel suo vasto catalogo il supporto per bike computer UTF Multi-Mount PRO, un prodotto ben realizzato che...
di Giorgio Perugini
Realizzare capi con lana merino non è affatto semplice se la loro destinazione d’uso è quella sportiva, motivo per cui...
di Giorgio Perugini
Perfetta per l’estate e comodissima anche per rullare in pieno inverno, la maglia Blade Flower di Northwave è il classico...
di Giorgio Perugini
Un occhiale per ogni situazione può essere la scelta giusta, a patto che si tratti di un prodotto di qualità...
di Giorgio Perugini
Specialized ha posizionato la Tarmac SL8 all’apice della sua collezione racing, una bici che a quasi un anno dal suo...
di Giorgio Perugini
Astral X è il nuovo occhiale superleggero prodotto da Rudy Project, un occhiale moderno sotto ogni punto di vista e...
di Giorgio Perugini
Ora che è realtà, si capisce quanta forza Pogačar abbia messo in questa folle ( almeno per noi ) rincorsa...
di Giorgio Perugini
Se volete mettere nell’armadio una maglia e un pantaloncino per pedalare davvero bene lungo questa calda estate, vi consiglio di...
di Giorgio Perugini
Il classico borsello sottosella prende nuova vita grazie agli specialisti di Topeak ( marchio distribuito da Ciclo Promo Components ) e nella...
di Giorgio Perugini
Verticale SLR viene presentata oggi e Wilier non ne fa mistero, infatti, questa bici è per l’azienda una bici da...
di Giorgio Perugini
Itaca, la nuova creazione targata MCipollini, nasce per l’endurance e va a completare l’offerta del marchio rappresentandolo nel migliore dei...
di Giorgio Perugini
La nuova Dogma F conferma quanto nel DNA Pinarello sia di rigore combinare prestazioni incredibili, tecnologia all'avanguardia e bellezza estetica,...
di Giorgio Perugini
Il modello Egos è uno di quelli utilizzati dal Team Bahrain Victorius, un casco destinato alle massime competizioni in cui...
di Giorgio Perugini
La maglia Ombra di Santini è stata pensata per essere un capo unisex e viene realizzata con tessuti Polartec®, Power...
di Giorgio Perugini
Gli zaini idrici di Thule hanno dimostrato negli anni di avere un qualcosa di speciale, merito di una visione aziendale...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy