Il coinvolgimento di Arop nella Ride Riccione non è casuale…
«Con Gianfranco Sanchi ci conosciamo da tanti anni, anche lui è genitore e ha una sensibilità particolare che l’ha portato ad avvicinarsi sempre con enorme interesse alla nostra realtà. Confrontandoci siamo giunti alla conclusione che ci sono tanti punti in comune in quello che facciamo: lo sport è traguardo, è impegno, è determinazione e voglia di andare avanti e non è esattamente quello che prova chi vive una situazione come quella di tante famiglie vicine ai propri figli malati? Non abbiamo ancora pensato a che cosa potremo fare per essere coinvolti, ma sicuramente saremo presenti e lo faremo con piacere, oltretutto Riccione è una realtà molto più vicina a noi di quanto dica la geografia, lì abbiamo un nostro laboratorio di riferimento. Ci saremo, per farci conoscere e dare un messaggio di speranza».
Per Gianfranco Sanchi, deus ex machina della Ride Riccione Week, il coinvolgimento di AROP in questa terza edizione era qualcosa di irrinunciabile.
«Con Roberto ci conosciamo da oltre 10 anni – spiega l’organizzatore – quand’ero presidente del Lions avevamo già avuto modo di collaborare, e ho visto direttamente il grande lavoro che l’associazione fa per bambini e famiglie, uno sforzo importante e spesso misconosciuto, ma che invece deve essere diffuso il più possibile per un bene comune».
Sanchi ha già pensato a come venire incontro alle esigenze dell’associazione tramite la manifestazione.
«Un impegno come il loro ha bisogno di fondi continui, serve un grande sostegno globale e il nostro festival può essere innanzitutto una grande cassa di risonanza, un’occasione per dare visibilità al loro lavoro, ma potrà soprattutto servire per raccogliere donazioni in favore dei progetti che Arop sostiene. Chiederemo ai partecipanti alle varie iniziative di contribuire anche con pochissimo a quello che l’associazione fa perché conosciamo bene la sensibilità del mondo del ciclismo e sappiamo che non sarà insensibile».
Ma l’impegno dell’organizzatore va anche oltre e c’è l’idea di qualcosa di speciale, i cui contorni verranno presto delineati.
«Vogliamo assolutamente coinvolgere bambini e famiglie che staranno vivendo quella difficile situazione in un’iniziativa di quelle previste nella settimana, chiaramente dovremo valutare ogni pro e contro, confrontarci anche con le strutture sanitarie, ma sarebbe davvero bellissimo far sentire a quei piccoli angeli e ai loro familiari, in maniera diretta, condividendo tutto il bello del festival, che ne sono parte integrante, protagonisti anche loro per un giorno».
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