Silvano Parodi con l'82^ edizione del Giro dell'Appennino sarà costretto ad appendere fischietto e paletta al chiodo. Nel giugno scorso, infatti, ha compiuto 75 anni, le norme dell'Uci per quanto riguarda i direttori di corsa non consentono deroghe, è giunta l'ora di andare in pensione. Parodi nel mondo del ciclismo è un'istituzione, frequenta le corse da circa sessant'anni. L'inizio dell'attività risale agli anni Sessanta quando a fianco di Piero Casaccia di Mignanego diedero vita al G.S. Mobili Casaccia, quale direttore sportivo l'indimenticabile Walter Almaviva di Vignole Borbera (Al) grande amico di Fausto Coppi con il quale, nel 1959, condivise la maglia della "Tricofilina - Coppi", l'ultima stagione del Campionissimo prima della tragica morte avvenuta il 2 gennaio dell'anno successivo.
Poi l'impegno nell' U.S. Pontedecimo con un grande maestro quale lo storico direttore di corsa e patron Luigin Ghiglione. Da oltre quarant'anni è lui a garantire la sicurezza e la regolarità della gara. Da Ghiglione, oltre il ruolo di direttore di corsa ha "ereditato" persino la mitica "Giulietta" decapottabile dalla quale "Luigin" guidava con piglio fiero la corsa. Un personaggio unico legato come pochi alla storia della Val Polcevera e del Giro dell'Appenino, sempre discreto, ma attento ad ogni dettaglio. "Dopo 41 edizioni anche se non avessi raggiunto l'età massima consentita - spiega Parodi - mi sarei fermato lo stesso, in quanto parliamo dello stesso numero della gare dirette da Ghiglione, non mi sarei mai permesso di superare il grande maestro". In vallata è conosciuto anche quale organizzatore dello slalom automobilistico Mignanego - Giovi. Nella vita ha sempre esercitato e continua a svolgere l'attività di assicuratore. Oggi per l'ultima volta sarà lui a dirigere la corsa, ma continuerà ad essere uno degli instancabili e preziosi collaboratori del presidente Enrico Costa, la passione per il ciclismo non si ferma di certo al compimento del 75° anno d'età.