"Nel 2002 stavo per passare alla US Postal di Lance Armstrong. Ricevetti una telefonata di Johan Bruynell e pensai ad uno scherzo. Mi dissero che erano interessati a me. In seguito passai una settimana in Engadina St Moritz (con Gotti, Armstrong e Landis) ad allenarmi. Rimanemmo con un accordo verbale e ci aggiornammo per un secondo incontro al Tour de France. La sfortuna volle che al rientro in Italia, prima di me, Daniele De Paoli venne fermato per un controllo, di rientro da Livigno, alla dogana di Tirano - Piattamala. Gli trovarono dei prodotti. Io passai 1 ora dopo, ma sul giornale scrissero che eravamo assieme. Loro (US Postal) non vollero problemi e lasciarono cadere la proposta. Fu un peccato ed è un rammarico che mi porto dentro". Eddy Mazzoleni, oggi ristoratore a Curno, racconta in questo modo un episodio inedito della sua esperienza da professionista. Nella diretta di Lello Ferrara 3.0 il bergamasco ha raccontato molti aneddoti di una carriera importante e forse sottovalutata.
"Non avevo la mentalità del leader - aggiunge - ma sono sicuro di aver dato il 100% di quello che potevo. Ero molto concentrato sul mio lavoro e non mi sono mai risparmiato".
Mazzoleni, che in carriera ha vestito maglie importanti come quelle di Saeco, Lampre Telekom e Astana ha inoltre raccontato alcuni gustosi aneddoti sul Giro di Simoni e Cunego del 2004. "Il giorno dell'attacco di Simoni sul Mortirolo, Cunego era andato in panico. Io mi misi vicino a lui e lo tranquillizzai. Avrei difeso la sua maglia rosa anche a costo del licenziamento. In quell'occasione pure Simoni non fu corretto al 100% perchè attaccò senza dire nulla a noi compagni. Non dico che sarei andato a prenderlo ma avrei lavorato per mantenere un distacco gestibile, sentivo che era la cosa giusta da fare e lo dissi a Damiano".
La situazione si fece incandescente quando il vantaggio arrivò a toccare i 3' e ad impreziosire la narrazione è intervenuto Beppe Martinelli. "Non avrei permesso che la squadra si mettesse a inseguire Gilberto, ma sapevo che chi era interessato al podio avrebbe iniziato a lavorare. In ballo c'erano ancora il 2° e 3° posto. Se poi loro avessero un accordo diverso non lo so. Da parte mia non sarebbe mai arrivato quell'ordine".
"Comunque - chiude Mazzoleni - Gibo era il capitano, ma Beppe aveva già capito che il Giro lo avrebbe vinto Damiano che andava forte già dal Romandia".