“Mi sono preso una pausa mentale e fisica chiudendomi in me stesso e spegnendo anche i social. Nel ciclismo siamo sempre sotto i riflettori e sentivo di voler staccare. Ora, con la ripresa degli allenamenti, sarà bello riavere le persone vicine. Risponderò a tutti i follower che mi hanno scritto”. Dopo un lungo periodo di silenzio Fausto Masnada è tornato a parlare ai Media e lo ha fatto tramite la diretta Instagram di Tuttobiciweb.
Il bergamasco, capelli rasatissimi e divisa societaria indosso, ha riassunto la sua esperienza affrontando subito un tema attualissimo, ossia la situazione del suo team.
“Viviamo un periodo di disagio e anche l’economica ne risente. Il nostro sponsor CCC ha come business quello di scarpe e borse e al momento i suoi negozi nei vari Paesi sono chiusi. Stiamo parlando ancora con il management, sindacato corridori e i vari interlocutori. Tutti fanno la loro parte all’interno del gruppo di lavoro. Ci è stato chiesto un sacrificio, come sapete parte del personale (non solo quelli a chiamata) è stata licenziata, con promessa di reintegro qualora la situazione dovesse migliorare. I primi 3 mesi dello stipendio ci sono comunque stati pagati regolarmente. La speranza è quella di correre il Tour de France e proseguire fino alla fine dell’anno. A quel punto anche il ritorno marketing per uno sponsor sarebbe importante e pensare ad un 2021 allora potrebbe essere realistico. Il nostro patron è un grande appassionato ed è nel ciclismo da tanti anni. Sicuramente farà il possibile per risolvere la situazione”.
Nell’intervento Masnada ha ricordato anche la situazione coronavirus nel suo territorio: “E’ stata dura e ci ha toccato da vicino. Io e la mia famiglia stiamo bene, ma ci sono stati tanti morti. Abito in centro a Bergamo e ogni giorno sentivamo il suono dell’ambulanza. Posso solo immaginare quante persone, medici, infermeri e personale sanitorio, abbiano messo impegno per risolvere il problema”.
Sono emerse tante peculiarità del talento bergamasco, ostinazione e tenacia, che per arrivare ad emergere ha dovuto guadagnarsi su un posto tra i grandi dopo 7 anni di gavetta dilettantistica.
“Ero partito bene al primo anno da Under 23 con un 4° posto nella graduatoria finale del Giro della Valle d’Aosta. Forse mi sono adagiato e ho perso la via oltre a soffrire per una mononucleosi. Solo grazie alla mia famiglia e alla Colpack ho ritrovato me stesso”.
Il corridore, attacante nato, ha spiegato così la sua condotta di gara. “Mi butto in fuga perché ho paura che poi mi possano staccare. Per provare a vincere l’unico modo è anticipare. Altrimenti arriverei 12°. Il vento in faccia è la mia specialità e negli anni ho lavorato tanto sulla resistenza”.
La sua opinione sui passaggi precoci al professionismo: “Per me non è corretto. Il passaggio è impegnativo e fisicamente stressante. Credo che Evenepoel sia un’eccezione, come Bernal. Fenomeni dalla nascita. Se analizziamo i passaggi degli ultimi 5 anni vediamo che tanti hanno veramente sofferto. Sono pochi che possono permettersi questo salto”.
C’è poi stato spazio anche per altri discorsi, come quelli legati alle amicizie vere, alle peculiarità del suo carattere, apparentemente ombroso ma in realtà molto disponibile, ed i suoi bellissimi successi del 2019.