"Le persone di diritto internazionale non sono tenute ad attenersi ad diritto dello stato se le norme non sono giuste". Marco Brazzo (il ciclista trentino balzato agli onori delle cronache il 15 marzo), si rivela un ottimo oratore e spiega a le ragioni per cui ha ritenuto di non adattarsi al Decreto che impedisce agli italiani di allenarsi.
Brazzo non si dichiara anarchico e racconta una serie fatti che sono seguiti al suo fermo in quel di Trento. "Non cercavo facile pubblicità e quell'episodio mi ha procurato un danno economico. La cattiva pubblicità creata da una certa stampa, che ha travisato i fatti, mi ha danneggiato anche nel lavoro".
Il ciclista aggiunge: "La Polizia mi ha ancora fermato e non sono più stato vessato". Brazzo anticipa quelle che saranno, secondo lui, le conseguenze di quel gesto. Ascoltiamo in questo episodio, ricco di dettagli, all'interndo di Bla bla Bike.
A seguire un dibattito tra Pier Augusto Stagi e Angelo Costa con Cristiano Gatti. Ingenuo o furbo? La discussione è aperta.
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