Il campionato del mondo su pista è diventato da anni una sorta di fiera delle novità, delle soluzioni estreme, della scienza applicata. Stando attenti al lavoro dei meccanici nei box è possibile scoprire quanta tecnologia e quanti accorgimenti vengano applicati alle biciclette degli atleti, a secondo dell'utilizzo per la quale sono state progettate. Seguiteci e vi accompagneremo nel paese delle meraviglie che abbiamo visitato nella zeriba del velodromo di Berlino.
La bicicletta per l'omnium mondiale di Elia Viviani
Il manubrio della bici per lo scratch e il madison di Simone Consonni: oramai è stata mutuata la posizione con le mani alte ideata dallo spagnolo Llaneras una decina di anni fa.
Il manubrio Look del team francese per la velocità uomini
La bicicletta dei velocisti tedeschi, praticamente una lama!
Il manubrio della bicicletta di Miriam Vece, medaglia di bronzo nei 500 metri
Particolare del trasponder "fasciato" sulla forcella di un inseguitore australiano
Particolare della forcella dei velocisti australiani con un supporto per i trasponder
Sistema di rilevamento velocità/potenza adottato dal team della Nuova Zelanda
Manubrio di una bici da inseguimento della Nuova Zelanda
Manubrio da velocista dell'Australia
Particolare della misura dei manubri adottati da qualche anno dai velocisti: spalle da 50 centimetri, manubri al massimo da 38 centimetri per garantire la massima penetrazione aerodinamica
Particolare della bici da inseguimento del team australiano con supporto interno per la batteria necessaria al sistema di rilevamento dati
Tre differenti tipi di manubrio adottati dai velocisti della nazionale olandese
Bici con moltiplica a sinistra adottata dalle atlete USA nell'inseguimento a squadre e dalla campionessa del mondo dell'inseguimento individuale e recordwoman del mondo Chloe Dygert