E’ tempo di dare un calcione alla sfortuna e tornare ad essere un corridore. Troppi inconvenienti nella carriera di Manuel Senni che chiede al suo futuro solo tanta salute per tornare a rincorrere il sogno di fare il ciclista e lasciarsi alle spalle l’etichetta di promessa incompiuta. Aveva debuttato con la BMC con cui aveva stilato un programma di crescita che poi si è interrotto in parte.
Classe 1992, fisico esile da scalatore puro, si presenta con un aspetto da studente calzante occhialetti che non nascondono uno sguardo vivo.
L’ultima sventura del romagnolo in ordine di tempo è stata quella legata al doppio intervento per risolvere il problema di occlusione dell’arteria iliaca femorale.
«Lo scorso inverno mi sono accorto che la gamba sinistra si affaticava più velocemente della destra. Per non farmi mancare nulla nel frattempo, durante la stagione scorsa mi sono fatto male al polso. Nella riabilitazione, pedalando sui rulli, sentivo che qualcosa non andava, ma ho comunque preso parte alla trasferta in Cina. Al ritorno mi sentivo peggiorato e dopo una serie di accertamenti finalmente ecco la diagnosi. Una mazzata ed un sollievo allo stesso tempo».
E’ lui che aggiunge dettagli sull’argomento: «Stavo male, quindi quel verdetto era già un buon punto di partenza. Sono stato operato a Firenze dal Dottor Gori, lo stesso che ha seguito Fabio Aru. La problematica mi è stata invece diagnosticata a Prato. Mi pare che Aru abbia magari forzato il rientro, ma ha dimostrato di essere tornato ad essere competitivo».
Anche in questo caso Senni ha dovuto soffrire più del necessario.
«Il problema della mia incisura era abbastanza grave e il chirurgo non ha voluto mettere uno stent troppo lungo per non rischiare. Questo ha poi reso necessario un secondo intervento. E’ una probabilità rara che ciò accada... ma è capitato».
Il recupero è avviato e la riabilitazione è in pieno svolgimento.
«La mia è una lotta con la testa perché molte situazioni vengono create dalla mente. Si deve rimanere tranquilli. Fortunatamente squadra e famiglia mi sono vicini. Qui alla Bardiani CSF Faizanè sono molto umani e si sono presi cura di me».
Il rientro non è troppo lontano.
«A marzo vorrei essere competitivo, ma come dicevo l’importate è recuperare la salute».