Primoz Roglic era il favorito della crono inaugurale del Giro d'Italia 2019 a Bologna, anche perché è l'uomo più in forma del momento, e non ha tradito le attese: «Sono felice di questa prestazione - spiega il corridore sloveno della Jumbo Visma che oggi ha corso sotto gli occhi della compagna Lora, che tra pochi mesi lo renderà padre per la prima volta -. Dumoulin? Non ho pensato al distacco né agli avversari, ho pensato solo ad andare più veloce possibile sia in pianura che in salita: ci sono riuscito e sono davvero contento della mia prestazione. Ma è stato solo il primo passo di una corsa lunghissima».
Il capitano del Team Jumbo Visma non si sbilancia e, apparentemente, non si entusiasma, ma intanto ha scritto una piccola pagina di storia: nessun corridore sloveno era mai riuscito ad indossare la maglia rosa. E l'atleta che ci era andato più vicino era stato proprio lui, battuto per un solo centesimo di secondo da Tom Dumoulin nel prologo di Apeldoorn al Giro del 2016. Quel Dumoulin che oggi, invece, è rimasto piuttosto lontano.
«La magia rosa? Ci ero andato vicino tre anni fa, ho dovuto aspettarla a lungo anche oggi ma una cosa è sicura: cinque anni fa, quando ho iniziato la mia avventura nel ciclismo, non avrei ma immaginato uan storia come questa...».
Primoz si è poi concesso, brevemente, alle domande in conferenza stampa in streaming dal San Luca, ecco le sue impressioni più approfondite.
Ricordi ancora i tuoi inizi tra gli amatori nel 2012?
«È stata una partenza dura per me per riuscire ad entrare nel ciclismo e anche se adesso faccio ancora tanta fatica porto con me tanti bei ricordi tra gli amatori».
Come è stato affrontare la salita di San Luca oggi?
«Meraviglioso, di sicuro lo ricorderò per il resto della mia vita. C’era davvero tantissima gente, amici, tifosi dalla Slovenia e la mia fidanzata incinta. Tutti ci hanno supportato al meglio. Sono momenti che non dimenticherò».
Quanto è importante questa prima tappa?
«Molto, ha già impostato alcuni distacchi significativi in classifica. Di certo è l’inizio di tre settimane di una corsa molto lunga, ma è una vittoria molto importante».
In un’altra cronometro d’apertura eri arrivato secondo per un soffio, al Giro del 2016.
«Sì, ero arrivato davvero molto vicino a Dumoulin ad Apeldoorn e volevo tanto conquistare la maglia rosa quel giorno. Quindi di sicuro ho provato un grande rammarico, qui ho avuto la possibilità e non me la sono lasciata scappare».
Cercherai di mantenere maglia rosa nelle prossime tappe facendo lavorare la squadra?
«Sarò l’uomo più felice del mondo se la indosserò dopo l’ultima tappa a Verona, domani lavoreremo di sicuro perché abbiamo la maglia, ma non abbiamo una strategia precisa, vivremo giorno per giorno».