Il 2 gennaio 1960 moriva Fausto Coppi, un campione la cui leggenda non tramonta mai. In occasione di questa ricorrenza, vi proponiamol'articolo di Gian Paolo Porreca per la rubrica Scripta manent del numero di gennaio di tuttoBICI.
Ed allora siamo tutti qui, a sentirci un po' secolari ed un po' non di meno giovani, tutti qui,- perché ‘Coppi ha sempre 20 anni’, diritti di autore per sempre a Bruno Raschi - a salutare l' inizio del 2019, che per il ciclismo e la sua storia leggendaria, rappresenta il centenario della nascita - 15/9/1919 - di Fausto Coppi.
Siamo tutti qui, e semmai ci siamo regalati lo strepitoso 'Coppi per sempre' di Bulbarelli e Petrucci, per non dimenticare nulla di nulla, fotogramma dopo fotogramma, della sua storia sportiva ed umana. Ma è singolare ed emblematico, mai come in questa occasione quasi liturgica, che la memoria stentorea della sua nascita da cifra tonda inizi all' incontrario, con l' omaggio rituale a quel 2 gennaio, che segnò la data - 2/1/1960 - della sua scomparsa.
E' una meditazione trasversa e profonda, questo celebrare Coppi, nel 2019, per il suo centenario, continuando ogni anno però a ricordarne la fine prima. La morte, prima della nascita, una illuminazione che ci detta una lettura umilissima, controcorrente a Natale ma struggente non di meno, della vita.
E sarà così, nel nostro modesto palcoscenico di essai, di 'Coppi in Campania', che il 2 gennaio sarà come tradizione officiata ad Ercole, la frazione di Caserta dove il campione trascorse i suoi primi mesi in Italia, dopo la fine della guerra ed il ritorno dalla prigionia nel Nord Africa, una messa in suo ricordo, per iniziativa di appassionati locali illustri, come Amedeo Marzaioli, Angelo Letizia, Pasquale Ventriglia. Già, dal 1 febbraio al 29 aprile 1945, il soldato Coppi, ospite nel minuscolo borgo di Ercole, attendente del tenente della Raf Towell, lui il soldato Fausto Coppi, primatista dell' ora e già vincitore di un Giro, quello del '40, l' ultimo che si corse prima della guerra… Ad Ercole, allora, nella cappella privata della famiglia Michitto, giusto a 50 metri da quel palazzo Antonucci, dove appunto quel Fausto Coppi figlio di tutti, un ragazzo allora di appena 25 anni, avrebbe provato a ricominciare, a inforcare una nuova bici e a sognare ancora un traguardo, che non
fosse solo quello di arrivare al giorno dopo.
Ed in questa occasione, ed ecco ancora la scintilla di vita che si sprigiona, verrà ribadito ufficialmente un progetto che ricorderà la peripezia sportiva e personale di Fausto Coppi in una maniera emozionante. Parliamo di quella ‘Caserta - Castellania’, in più frazioni, che sarà tracciata sulla base dell' itinerario che Fausto Coppi percorse appunto nella sua risalita della penisola, il suo 'tornando a casa', lasciando Ercole e la Campania il 30 aprile 1945. Non si sa ancora la data di partenza da Caserta di questo tour di cicloappassionati ‘coppiani’ di Tortona, nel segno di Gianni Rossi e Giampaolo Bovone, emuli di un capocordata storico come Mario Zadra. Ma si conosce naturalmente già, stampata a pagina intera, la data di arrivo. Sarà il 15 settembre 1919, il giorno della nascita di Coppi, a Castellania. Perché è giusto, oltremodo giusto e anche coraggiosamente sacro, che la corsa di un uomo possa finire con un nuovo ideale battesimo, anche cento anni dopo.
da tuttoBICI di gennaio