Fabian Cancellara non ha appeso la bicicletta al chiodo e non ha perso il gusto della sfida: «Ho corso in bici per vincere, ora vado in bici per vedere la gente felice è contenta. Se ci riesco, ho vinto ancora una volta» racconta il campione svizzero che oggi a Milano ha illustrato la sua nuova avventura, ormai prossima a sbarcare anche in Italia».
Challenge the legend - così si chiama l’iniziativa - presenta un calendario di appuntamenti liberi a tutti, articolati di granfondo, prove a squadre e sfide dirette allo stesso Cancellara sottoforma di chasing race (per info CLICCA QUI).
«Voglio divertirmi, stare bene. Ma soprattutto stare con la gente, per restituire quello che mi hanno dato in tanti anni di carriera. Come amico e supporter in Italia avrò Angelo Zomegnan, che porta con sé la sua esperienza ciclistica e organizzativa. Ieri al Giro d’Italia e oggi con la Spartan Race è abituato a gestire eventi di massa».
E ancora: «Il ciclismo a mio parere è un’opportunità per tutti. In Italia l’appuntamento è fissato per l’8 settembre a Follonica. Ho fortemente voluto una prova e una data nel vostro Paese perché da voi c’è cultura ciclistica, c’è passione e io sono mezzo italiano. Io sono cresciuto qui, qui ho tanti amici».
Durante l’incontro che si è svolto allo Swiss Corner di Milano,
Fabian ha spiegato la sua idea innovativa per queste manifestazioni: «Io vorrei che questi eventi siano aperti a tutti, alle famiglie intere. Se c’è il papà che corre perché la moglie o il bimbo piccolo non possono avere la possibilità di fare nel frattempo anche loro qualcosa di divertente?».
Un grande evento da gestire e un grazie da esplicitare: «
Ringrazio Luca Guercilena che mi ha spiegato in questi anni cosa vuol dire gestire un team o fare impresa. Io ho corso da professionista quasi 17 anni, non ho studiato, ma
sono cresciuto in scuole importanti, come quelle della Mapei e della Trek».
Il sogno è anche quello di coinvolgere i big: «
Ho invitato per il primo luglio Chris Froome. Mi piacerebbe averlo al via della Aigle-Villars sur Ollon, in Svizzera, dove ci misureremo su 80 km di gara».
Un passo indietro per raccontare come è nata l’idea: «Quando ho smesso di correre tutti mi chiedevano di partecipare ad una corsa, ad una manifestazione, ad una gran fondo. Mi sono chiesto: ma ti piace tutto questo? No. Ma è giusto fare qualcosa, sdebitarsi con chi ti ama? Sì. Allora ho deciso di creare queste manifestazioni. Che non sono semplici corse, sono giornate di sport aperte per tutti. Per fare bene con me stesso e stare bene con tutti».
E poi alcune riflessioni sul ciclismo attuale: «Il Giro? È stata una corsa fantastica. Hanno gareggiato con un uomo in meno per squadra, è diverso. E confesso che dopo la crono ero convinto che Yates avrebbe vinto, invece... a Prato Nevoso ha preso la botta. Ma perdere una grande occasione ti fortifica. È successo anche a me quando persi la Roubaix. Franco Ballerini mi disse: “tranquillo, questa è la benzina che ti farà vincerne tante altre” e così è stato. Froome è stato grande. Un fuoriclasse. Punto. Riuscire a fare quello che ha fatto lui, con il peso che ha sulle spalle significa che è davvero un grande. Guardate, io nel 2008 sono stato attaccato per questioni assurde e ho messo su 10 chili per lo stress e la rabbia. Lui no».
Un pensiero sul Tour: «Sarà una corsa aperta, senza un favorito d’obbligo. Ci sono Froome, Quintana e Nibali che mi sembrano superiori, ma è tutto da vedere. La tappa con le griglie? Per me è pura follia. Il Tour è il Tour, da una parte va bene e dall’altra no. Nel ciclismo comandano tutto loro, ognuno pensa solo al suo orto e questo nuoce a tutto il movimento».
Due battute sulle nuove tecnologie per concludere: «Tra due anni il freno normale non esisterà più. È il mercato che sceglie e ha scelto. La bici elettrica per allenarsi? È il futuro».
L’ultima battuta: «Vorresti fare il presidente del CPA, con tutto il rispetto di Bugno? Non ho tempo e poi Gianni è bravo…».
a cura della redazione di tuttobiciweb e tuttobicitech