Nei giorni scorsi ero impegnato all’Eicma, la più grande rassegna mondiale dedicata alla moto. C’erano sì biciclette esposte, ma si trattava di modelli elettrici. Tra le pochissime bici “vere” quelle di Montante, presente unicamente poiché è presidente di Ancma-Eicma.
Ma perché le bici da corsa sono sparite dall’Eicma? A mio parere sarebbe bellissimo rivedere una accanto all’altra le migliori marche di bici e quelle di moto, proprio come accadeva fino a 10 anni fa.
La fiera del Ciclo e Motociclo di Milano - denominata nell’era moderna “Esposizione Internazionale Ciclo Motociclo Accessori” - è nata nel 1914. Ricordo di averla vista per la prima volta quando avevo 10 anni, accompagnato da mio papà Dante che scriveva per Ciclismo d’Italia. Da allora non sono mai mancato, per piacere o per lavoro che fosse: conosco benissimo il target di frequentatori e vi garantisco che le bici vere starebbero ancora bene all’Eicma novembrina.
Nel 2016 i visitatori paganti dell’Eicma sono stati più di 600.000 e nell’edizione 2017 c’è stato un incremento di spettatori paganti del 24% (dati ufficiali), quindi è stata abbondantemente superata quota 700.000: un trionfo! E sono convinto che con il ciclismo, i paganti aumenterebbero di almeno altre 100.000 unità. Bicicletta, perché hai perso il palcoscenico di Milano?
Non solo, per i media vale lo stesso discorso numerico. Al Giro d’Italia gli accreditati nell’arco dei 25 giorni della manifestazione sono circa 1100. All’Eicma 2017 i giornalisti accreditati dopo soli tre dei sei giorni in programma erano già 3607, in gran parte stranieri. Per rimanere con le analisi vicino all’Italia solo il Salone dell’Auto di Ginevra ha un numero di inviati maggiore, ma dura 13 giorni. Eicma ha più inviati del Tour de France, il massimo per il ciclismo: perché le bici e il movimento tutto perdono una vetrina come l’Eicma di Milano? Perché trascurano sinergie e nuove forme di relazioni esterne di simili proporzioni?
“Tu essere speaker Mondiali di ciclismo! Io visto te Verona, Firenze e altri Mondiali” mi ha detto un inviato tedesco in sala stampa.
“Conosci la data di nascita di tutti i costruttori di moto e di tutti i piloti come se fossero corridori ciclisti?”, mi ha chiesto un altro.
I complimenti personali che mi fanno in realtà attestano che si tratta di esponenti dei media che frequentano anche il ciclismo. E che automaticamente gradirebbero la presenza delle bici “vere” all’Eicma.
E la scena si è ripetuta più volte con normali visitatori che mi hanno fermato per parlare di ciclismo, per chiedere, per sapere.
All’Eicma erano presenti tra gli altri Luca Paolini, Matteo Pelucchi, Giacomo Nizzolo, corridori appassionati di moto che gradirebbero tantissimo il connubio con le bici all’Eicma. Molti piloti motociclisti si preparano atleticamente pedalando e sarebbero felici di firmare autografi anche agli appassionati di cicli
Nell’area Eicma MotoLive 2017 la Yamaha consentiva ai ragazzini di provare piccoli modelli di motociclette: un primo approccio col mezzo. Perché non fare altrettanto con il ciclismo, avvicinando i giovanissimi alla bicicletta?
Un evento come Eicma offre mille opportunità: perché i costruttori di bici si ostinano a non sfruttarla?
Ne ho parlato al telefono con Ernesto Colnago: “Sono favorevole al ritorno di bici e componentistica all’Eicma in novembre”, mi ha detto. Mi auguro - per tutto il movimento - che Specialized, Guerciotti, Pinarello, De Rosa, Santini, Sportfull, Shimano, Fsa, Campagnolo e tanti altri arrivino presto a pensarla allo stesso modo.
Alessandro Brambilla