Il nostro amico Sergio Ghisleni c'è ricascato. Dopo COSTUCOST
(gli Usa dal Pacifico all'Atlantico, nel 2014) e TODS UEI (da Cabo
Fisterra o Capo Finisterre, nalla Galizia spagnola, a Venezia) ora ci
propone (e si sciroppa) ORIENTECCHSPRESS, da Venezia a Istanbul via
Slovenia, Croazia, Bosnia E., Serbia, Bulgaria. Ha "ormai" 53 anni e non
sa che farà da grande, ha lavorato 17 anni alla Gazzetta dello Sport, è
orobico-galiziano (lui dice "galego") ma si considera ormai quasi un
apolide. Con passaporto, quello sì, della repubblica indipendentissima
di Ciclòpoli. Per lui (che ci tiene molto) queste non si chiamano
avventure, si chiamano viaggi. Innegabile, no?
ORIENTECCHSPRESS 2a tappa
Giornalista estremo? FACCINO il piacere... Elevo qui una sorridente protesta agli amici di Tuttobiciweb che mi hanno qualificato cosi' nel titolare il primo Orientecchspress. Se e' una battuta, l'accetto come tale. Giornalista estremo pero' era Ilaria Alpi, o Maria Grazia Cutuli, o Almerigo Grilč (vista via a lui intitolata in Trieste, e fatta foto a lapide con la mia bici), e giornalisti estremi sono centinaia di altri, conosciuti e sconosciuti, morti (ehm... anche percio' conosciuti?) o per fortuna vivi e lavoranti, nei posti e nelle condizioni peggiori, su su fino a autentici miti come R.Kapuszinski (se si scvrive cosi', e soprattutto se e' lecito pronunciare quel nome a uno che ha fatto il giornalista sportivo e ora fa lo sportivo). Comunque grazie, so che l'intenzione era buona e comunque chi edita comanda, ma io faccio dei viaggi in bici, e se non precisassi mi sentirei ridicolo.
Allora, dicevamo (non è plurale maiestatis, è che anche la bici parla): 82 km da Venezia a San Michele al Tagliamento; 99 km dal Tagliamento a Muggia-confine (oltre Trieste), il totale fa 181 in due tappe italiane. Adesso riassumo la tappa slovena, ma per capirci meglio (italiani siamo, o no?) parliamo di tappa istriana. Che cosa sia l'Istria non lo insegno a nessuno, che cosa sia stata nemmeno, anche per non entrare in troppi gineprai politici. Che cosa sia l'Istria in bici non e' nemmeno nulla di nuovo per molti lettori di questa webpage.
Allora la metto cosi'. Posto che l'Istria, fateci caso, sta all'Adriatico un po' come il Sinai sta al Mar Rosso & limitrofi, il concetto e' questo: se si sta sulla costa, puo' essere magnifico, rischi di non arrivare mai. Allora, bisogna "tagliare". Nel Sinai suppongo sia meglio non farlo anche per non saltare su qualche mina dimenticata lì. In Istria si può fare in vari modi e vi dico il mio. Da Muggia (io ho dormito in un camping più avanti sulla costa, proprio sul confine) si entra in Slovenia costeggiando Capodistria. Primi fantastici ricordi "cestistici": le telecronache pre-mediasettiane di TvKoper con il leggendario Sergio Tavcar, i miti del basket jugoslavo, poi i primordi dell'american basketball in tv... un'emittente-mito insomma.
Ma non divaghiamo: prima di arrivare a Koper, "stare alti" e fare una sosta a Skofje. Cosi' si evita il casino di Koper, una divertopoli ben conosciuta ma anche un'inutile bagno di traffico (e traffici). Da Skofje attenti a infilare la strada per Rižana e poi per Gračisče. Facile col GPS? Non lo so e credo non lo saprò mai: a me è costato diverse soste a parlare "italoslavo", soprattutto coi vecchi che ancora ricordavano la Trieste della "zona B" dopo il 1945... ma anche qui non divaghiamo. Se dalle parti di Koper vi parlano di una favolosa pista ciclabile "D8", costruita sui sedimi dell'antica ferrovia che collega(va) Koper e Rijeka-Fiume, non fidatevi: e' favolosa in quanto favola, appunto. Una leggenda. I soliti 7-8 km di anelli attrezzatissimi per dare fumo negli occhi ai cicloturisti coi soldi, che dormono negli hoteloni della costa, e poi... siete del gatto, come dicono nei porti di mare. Allora, niente ciclabili (se non per brevi tratti vicino alla costa) e dentro verso Gračisće, in un crescendo di boschi, fino a salire dolcemente per un bel po' di chilometri verso il confine croato. Quando ci arrivate, al confine, il contachilometri da Muggia-confine dice 35 (direbbe circa 45 se foste partiti da Muggia-porticciolo. Ecco qui, la Slovenia appena cominciata, è già finita (cit. da Sergio Endrigo), ma sei nel cuore dell'Istria e se il tempo ti accompagna è una goduria assoluta.
I problemi (parlo per me) cominciano da Buzet, cittadina del centro-nord dell'Istria. Perche' solo lì scopri, essendo il sottoscritto un noto ed emerito pirla, che per andare a Rijeka c'è un tunnel autostradale a pedaggio, ovviamente off-limits per le bici, e l'unica alternativa - volendo evitare un giro lunghissimo scendendo sulla costa orientale istriana) è la salita a un passo a circa 900 metri, sotto una montagna di 1401 che si chiama Vojak, a picco sul mare e sul Carnaro di dannunziana memoria, insomma un Eden dove pero' la Nato o dintorni ha piazzato degli antennoni che lo fanno sembrare un posto da fantascienza. Va beh, la sostanza è che per salire ai nemmeno 900 metri di Vela Ucka ci son 5 chilometri dove se ti va bene sei al 15 per cento. Se ti va bene. E a quelle condizioni, quando il contachilometri scende sotto i 9 km-ora e si assesta sui 6-7, il fuori-sella con bagagli non ha più senso (e può spaccarti il portapacchi oltre alle gambe e ai polmoni, e allora il cuore, prima ancora che la testa, ti dice che hai fatto la cazzata e adesso la paghi. "Su con le orecchie", dicono gli alpinisti quando i 4 appoggi servono per stare aggrappati e per spingerli su non rimane niente. E così fa il ciclista che ha sbagliato planning: 3-4 km a piedi, spingendo su il cavallo e tutto, ma non è la prima volta e non sarà l'ultima.
Facendo 'sti viaggi si impara presto che l'orgoglio è meglio lasciarlo a casa. Poi a Vela Ucka, km 70, vi puoòaccogliere all'imbrunire un vecchio gestore di rifuglio-ostello che per 7,5 euro vi dà da dormire (senza lenzuola) vi offre vino istriano e una colazione decente, e se avete problemi vi rimette in pace col mondo. Rijeka? Ah, per Rijeka vi mancano 20-25 km praticamente tutti in discesa a picco, ma io quelli li ho lasciati per la mattina dopo. Si stava troppo bene a Vela Ucka. Solo 70 km dalla partenza al mattino, ma una fatica da 140. Parlo per me, ovvio...
Sergio Ghisleni
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ORIENTECCHSPRESS 1a tappa