La Silicon Valley? Per Google dovrà assomigliare sempre più a Copenhagen, che è un po’ il simbolo della città bike-friendly. Il colosso californiano promuove l’ecologia e il rispetto dell’ambiente quasi a pari passo col progresso tecnologico e i suoi piani futuri in casa prevedono grossi investimenti sulla viabilità pulita a due ruote.
La visione è quella di un network di piste ciclabili ovviamente connesso e tecnologico, in cui però l’hitech fa da contorno e non da padrone. D’altra parte ci sono molti pendolari che fanno avanti e indietro da San Francisco a bordo di bus non così efficienti a livello di emissioni e di orari dunque il progetto (possibilmente) a breve termine è quello di offrire a tutti un posto dove vivere più vicino ai quartieri generali e un sistema per spostarsi in modo agevole e green.
I nuovi edifici di Google sorgeranno sempre nella cittadina di Mountain View, nel settore North Bayshore (Santa Clara County) con una modernissima e efficiente infrastruttura ciclistica enfatizzando i collegamenti e creando un ambiente a basso stress. Saranno costruiti sottopassaggi e cavalcavia sulle autostrade e sulle maggiori arterie. Il progetto di Google è sviluppato insieme a due società come Alta Planning e Silicon Valley Bicycle Coalition in modo tale che tutti possano pedalare in sicurezza e comfort.
Jeral Poskey, program manager per la pianificazione al trasporto di Google, una carica che parla da sola, racconta che il 21% degli impiegati che vivono in un raggio di 5km si sposta con la bici da casa a lavoro: “Abbiamo ottenuto questo in modo spontaneo, quindi a seguito dei miglioramenti i numeri saranno più ingenti”. Si dovrà soprattutto lavorare sulla protezione delle piste rispetto alla strada, sulle intersezioni e sui servizi collaterali: “Il 60% è disposto a provare la bici nelle giuste condizioni di sicurezza - spiega Poskey - per questo siamo pronti a investire 5 milioni di dollari e speriamo che le altre città come Palo Alto, Los Altos e Sunnyvale ci accompagnino in questo progetto”. Tempistiche? Più vicine ai 5 che ai 20 anni.
Diego Barbera