Per loro rimane una ferita aperta, oltre a uno smacco per l'ennesima
occasione perduta per riqualificare la principale via d'ingresso a
Venezia: il Ponte della Libertà. A riaprire il caso che coinvolge il
Collegio Ingegneri della provincia di Venezia e due noti professionisti,
l'architetto Gian Paolo Mar e l'ingegner Franco Pianon, è stata la
pubblicazione nell'edizione di martedì del Gazzettino, dell'immagine del "loro" progetto per la pista ciclopedonale al posto di quello che in effetti sta per essere completato.
Già,
perché ben prima che si mettesse all'attuale passerella a sbalzo ci
avevano pensato loro a progettare una soluzione che prevedeva una pista
ciclopedonale in sede propria, a Sud del Ponte (e al riparo dal vento
essendo lievemente ribassata), e allo stesso tempo un accesso per i
mezzi di soccorso in caso di emergenza. Il tutto "foderato" di pannelli
fotovoltaici cheterebbero alimentato l'illuminazione del Ponte, di
piazzale Roma e del Parco di San Giuliano.
«L'impulso - ricorda
Pianon - era stato del Collegio Ingegneri, ma l'idea si era presto
trasformata in un progetto, presentato dall'allora sindaco Orsoni al
Centro Candiani e finito sul acumi giornali stranieri».
«La
Soprintendenza - prosegue l'architetto Mar - all'epoca aveva disposto di
realizzare la pista ciclopedonale di una sede propria, staccata dal
Pinte».
In un successivo incontro - e dopo alcune conferenze di
servizio - in municipio i progettisti erano stati invitati a procedere
con la progettazione esecutiva. Erano stati presi contatti con
un'azienda danese interessata a realizzare piattaforme in FRP, u
materiale plastico che non avrebbe richiesto manutenzione.
Poi,
all'improvviso, il progetto si arenò. O meglio, il Comune decise, senza
mai avvisare i progettisti, di procedere con una soluzione alternativa.
Troppo costoso, si diceva, il progetto originario: «Ma il costo stimato
di circa 20 milioni si sarebbe dimezzato - ribatte Pianon - con
l'impegno della società fornitrice dei materiali, senza contare che
avrebbe potuto ottenere i fondi dell'Expo e senza considerare il
risparmio energetico prodotto dai pannelli». Di quel progetto, che
sarebbe stato pronto per il 2015, rimane solo un falcone di planimetrie e
calcoli strutturali. In compenso la passerella "economica" a sbalzo
sarà inaugurata a breve ma non sarà praticabile dai ciclisti se non fra
due anni, quando sarà completato (e finanziato a parte) il tratto fra i
Pili e via della Libertà.
da Il Gazzettino, edizione Mestre