In molte situazioni, avere il manubrio giusto potrebbe risolvere diversi problemi.
Partiamo col dire che il manubrio dovrebbe avere la giusta larghezza, commisurata alla nostra larghezza spalle. Il rapporto ideale è 1:1 ovvero il manubrio, misurato da centro-tubo a centro-tubo, dovrà essere largo quanto la larghezza spalle, misurate da acroniom ad acroniom.
La situazione ideale è quando teniamo le braccia perfettamente parallele tra loro. In questo modo le articolazioni polso/gomito/spalla lavorano perfettamente “dritte” e riescono ad ammortizzare in maniera efficace tutte le vibrazioni che arrivano dal terreno evitando anche eccessive tensione a livello articolare.
Una volta scelto il manubrio ideale, bisogna montarlo e posizionarlo correttamente. Il manubrio modello COMPACT ci consente di andare a perfezionare al mm la distanza sella-manubrio. La sua curva tonda ci permette di allungare o accorciare il reach solo giocando con la sua rotazione.
Per allungare il reach bisogna ruotare il manubrio in senso orario. La leva freno si sposta verso l'alto. Andando a riposizionarla in posizione corretta, l'anello che fissa la leva freno segue la rotondità della curva, andando di conseguenza ad allontanarsi.
Viceversa, ruotandolo in senso anti-orario si può avvicinare la leva freno.
Il reach di un manubrio compact, può andare da 110 mm a 145 mm consentendoci quindi di perfezionare la posizione al mm senza dover sostituire l'attacco manubrio.
C'è un altro fattore che ci fa propendere sull'utilizzo del reach manubrio per posizionare correttamente il manubrio senza dover sostituire l'attacco: il bilanciamento dei pesi.
Succede a volte che il telaio non sia della misura corretta e verrebbe facile fare delle correzioni tampone sostituendo l'attacco manubrio con uno particolarmente corto o lungo. Ma sarebbe una scelta assolutamente sbagliata che andrebbe a togliere guidabilità alla bici.
Sulla ruota anteriore si sviluppano due forze derivanti dal peso che noi col busto andiamo ad imprimerci sopra.
La prima forza percorre tutto il manubrio, per poi passare sull'attacco manubrio, scendere sulla serie sterzo, proseguire sulla forcella e scaricarsi sulla ruota seguendo l'angolo dato dalla forcella. Questa forza dovrà essere il più positiva possibile, rispetto al punto di contatto della ruota col terreno, per favorire il rotolamento della ruota... ma fino ad un certo punto. Sarà fondamentale però non allontanarci troppo dal punto in cui la ruota è in contatto col suolo per non rischiare di innescare un violento sfarfallio del manubrio man mano che la velocità aumenta.
Fortunatamente questo problema è risolto a monte dagli ingegneri che hanno progettato il telaio.
C'è una seconda forza che invece su cui noi possiamo agire. Questa percorre tutto il manubrio, per poi passare sull'attacco manubrio ed una volta entrata sul manubrio stesso scendere verso il terreno in perpendicolare. In questo caso la lunghezza dell'attacco diventa fondamentale.
Questa forza è inevitabilmente negativa, cade dietro il punto di contatto a terra con la ruota anteriore. Questa ostacolerà il rotolamento, ma andrà a bilanciarsi con la prima forza di cui sopra. E come la forza sopra non dovrà cadere troppo lontano dal punto di contatto a terra con la ruota per non evitare sempre il violento sfarfallio.
Per questo equilibrio di forze diventa necessario montare un attacco manubrio equilibrato in funzione del telaio che abbiamo. Risulta abbastanza ovvio che un telaio lungo 580 mm non potrà mai montare un attacco da 60 o 90 mm. L'attacco che dovremmo montare è tra i 120 mm ed i 130 mm. Dopodichè si interviene col manubrio compact per ottenere la giusta distanza sella-manubrio.
Anche il manubrio, diventa un tassello fondamentale per ottenere il corretto posizionamento e per utilizzare il proprio mezzo sempre al meglio delle possibilità.
Marco Gatti
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