Sta lavorando intensamente assieme ai suoi collaboratori per preparare l’edizione numero 76° del Trofeo Matteotti che si correrà a Pescara il prossimo 15 settembre, ma Stefano Giuliani - che nella compagine organizzativa della classica abruzzese ricopre il ruolo di Direttore Generale ed affianca il presidente Daniele Sebastiani - con disponibilità si concede ai microfoni di tuttobiciweb.
Giuliani, manca poco al grande appuntamento.
«Meno di due settimane. Come sempre succede gli ultimi giorni prima di un grande evento portano tanto lavoro, ma con i collaboratori e con le aziende nostre partner stiamo definendo il tutto. Il 10 settembre alle 17.30 presso la Sala Consigliare del Comune di Pescara presenteremo la corsa e poi domenica 15 settembre accoglieremo atleti, squadre e tifosi per vivere assieme una grande giornata».
Anche quest’anno avrete un parterre di livello.
«Per conoscere chi sarà al via dovremo attendere ancora qualche giorno ma posso confermare che avremo 6 team Worldtour, 7 squadre Professional e alcune Continental come JCL Team UKYO, Petrolike, Team MBH Bank Colpack Ballan, Team Technipes #inEmiliaRomagna, Work Service, UM Tools Caffé Mokambo e Mg. K Vis - Colors for Peace».
Vedremo anche i “suoi” ragazzi in maglia Vini Monzon - Savini Due – OMZ?
«Non so. Siamo reduci da un periodo intenso: abbiamo corso in Bulgaria, Romania e ancor prima Marocco e Grecia. Per ora la partecipazione al Trofeo Matteotti è in forse».
Ripensando alle gare disputate finora dalla squadra, cosa le è piaciuto di più?
«Sono felice di come si sono comportati i ragazzi, hanno “reagito” bene: abbiamo conquistato dei buoni risultati. Cataldo ha vinto in Marocco, Tagliani si è distinto e ha sfiorato la vittoria in più di una occasione. Lo ripeto, sono soddisfatto dei ragazzi ma…»
Prego, continui.
«Il discorso è più ampio. Nelle mie squadre ho sempre fatto in modo che i ragazzi avessero tutto per poter rendere al meglio, e ho sempre chiesto loro di non cercare alibi. Ora però è innegabile che il divario tra i team si sta ampliando sempre più. È soprattutto una questione di budget: i corridori tendono ad andare in team con budget importanti. Poi bisogna essere realisti, dopo il Covid sono cambiate molte cose; ci sono due guerre in atto e girare per il mondo per correre in bici è sempre più complicato. Per me è importante fare le cose bene, non voglio illudere nessuno, è per questo che conclusi gli impegni col Trofeo Matteotti mi prenderò dieci giorni di riposo e riflessione e deciderò cosa fare con la squadra. Potrei anche fermarmi».
Quel “potrei” lascia aperti degli scenari.
«Nessuna decisione è ancora presa. Certo, se domani dovesse contattarmi qualcuno interessato al mio progetto, che volesse investire nel ciclismo pianificando almeno a tre anni, le cose cambierebbero radicalmente. Vedremo».
Continuerà l’impegno col Trofeo Matteotti?
«Sicuramente, quello non è in discussione. Anzi vorrei lavorare per far prendere alla corsa una dimensione più grande».
Cosa ha in mente?
«Ho un sogno, che è un po’ più di un sogno. Affiancare al Trofeo Matteotti maschile, anche una gara al femminile. È una sfida come molte di quelle che ho intrapreso nella mia carriera da atleta, da tecnico e da manager. Vedremo se riuscirò a realizzarla. Ho già coinvolto l’amministrazione comunale di Montesilvano, il Sindaco Ottavio De Martinis e l’Assessore allo Sport Alessandro Pompei non hanno detto no. Io ci credo. Lavoriamo per il 2025».