Farina e biciclette non hanno mai avuto nulla in comune. Fino a qualche mese fa, quando sono diventati il simbolo della pandemia globale, nati dal desiderio di riscoprire l’autenticità e la bellezza delle piccole cose, come il profumo del pane che avvolge la propria casa o il senso di libertà di una pedalata all’aria aperta.
Sembra proprio che tutto il mondo stia riscoprendo le due ruote: il mercato negli Usa è raddoppiato a marzo, gli ordini per le pieghevoli da pendolari sono quintuplicati ad aprile, Google ha registrato un aumento del 145% delle ricerche per “Best e-bikes”, e in Italia le vendite segnano un +60% rispetto al maggio dello scorso anno (ANCMA).
Maggior sicurezza rispetto ai mezzi pubblici, scelta sostenibile o voglia di libertà. Cosa rappresenta la bicicletta per gli italiani al giorno d’oggi? Lo rivela un sondaggio di Wilier Triestina, produttrice di biciclette sportive di alto livello e portavoce del Rebirth Movement, la filosofia di pensiero che esorta a cogliere questa opportunità di ricominciare nel modo giusto, con passione, ostinazione e più rispetto per noi stessi e l’ambiente in cui viviamo.
Sicuramente per molti è un mezzo di trasporto smart e funzionale, che risolve problemi di parcheggio, consente di evitare il traffico e, soprattutto, permette di mantenere il distanzamento sociale (39%). La bici è anche uno strumento sportivo per allenarsi (22%): non dimentichiamo che il ciclismo è uno degli sport più amati dagli Italiani, con oltre 2 milioni di ciclisti praticanti (dati ISTAT). C’è poi chi (20%) lo ritiene solamente un diversivo per una passeggiata nel weekend, mentre altri (19%) ammettono di non averne ancora sfruttato il valore aggiunto negli spostamenti quotidiani.
Ma questa percezione è cambiata dopo il lockdown? Risposta positiva per la maggior parte dei rispondenti (84%): il 45% degli intervistati ne ha appena riscoperto bellezza e comodità, mentre il 39% ha acquistato la bici solo dopo la riapertura.
“Crescono l’interesse e la domanda attorno alla bicicletta a prescindere dagli incentivi. E come associazione chiediamo alle istituzioni di cogliere questa occasione per investire su infrastrutture ciclabili più capillari, sicure, equilibrate e rispettose degli interessi di tutti gli utenti della strada”, ha dichiarato Confindustria Ancma.
Conferma questa esigenza l’89% dei rispondenti, che utilizzerebbe maggiormente la bici se venissero potenziate piste ciclabili e percorsi limitati al traffico.
Pedalando gli italiani si sentono liberi e senza limiti, assaporano il piacere, negato per diverse settimane, di stare all’aria aperta (41%). Ma non solo. Le due ruote sono anche una scelta sostenibile (22%), che inorgoglisce chi la sceglie, forte di dare il proprio contributo per ridurre
le emissioni inquinanti. Non manca chi la considera l’alternativa più smart per gli spostamenti urbani (21%).
Per la maggior parte (62%) “una bici non vale l’altra”: per il 39% è uno status symbol che riflette il proprio stile, mentre per il 23% è una vera e propria estensione della propria personalità.
Per l’85% l’e-bike potrebbe essere una buona alternativa per affrontare distanze più lunghe (e sudare meno!): il 67% dichiara che la utilizzerebbe esenza problemi, se ci fossero a disposizione parcheggi sicuri e aree dedicate alle bici.
“Libertà, indipendenza, normalità. La bici rappresenta perfettamente ciò che è mancato in quelle settimane immobili”, ha dichiarato Andrea Gastaldello, CEO di Wilier Triestina. “È il mezzo che più sta riflettendo la voglia di ripartire, di uscire dallo stallo, di rinascere. Per molti rappresenta proprio il simbolo di un cambiamento culturale da incoraggiare, per altri una nuova mobilità pulita, per altri un mezzo di trasporto flessibile, per altri ancora un alleato nello sport.
Per noi, che siamo su questo mercato da oltre 100 anni, la bici è tutto questo. E siamo orgogliosi di cogliere questa nuova opportunità, che sta contribuendo a dare alle due ruote il valore che meritano”.
A proposito di Wilier Triestina
Wilier Triestina è azienda Italiana produttrice di biciclette di alta gamma, fondata nel 1906 e con sede oggi a Rossano Veneto (VI). Una storia